I dazi imposti dal neo eletto Presidente degli Stati Uniti stanno costringendo tutti i costruttori europei ad innalzare i prezzi dei modelli. Ecco quanto costerà la FIAT Panda.
I dazi sono tornati al centro del dibattito dopo l’elezione a presidente Usa di Donald Trump. Il tycoon, tornato alla Casa Bianca nel gennaio 2025, ha da subito spiegato che avrebbe imposto dazi a diversi Paesi. Nel mirino: Canada, Messico e Cina. Trump ha anche anticipato che presto sarebbe toccato all’Ue. L’obiettivo dell’amministrazione Trump è ben definito: cambiare le regole del gioco degli scambi globali, indebolendo il ruolo di arbitro internazionale del WTO per far valere il peso degli Stati Uniti in contrattazioni bilaterali con i partner commerciali.
I dazi sono pagati da chi importa le merci. Spesso costituiscono un freno al commercio, proprio perché alzano i prezzi e rendono alcuni prodotti meno convenienti. Ricordiamo però che i dazi sono sempre esistiti. Con l’aumento dei costi di esportazione verso il mercato americano, le case automobilistiche dovranno inevitabilmente scaricare parte delle perdite sui consumatori finali che pagano gli effetti delle politiche. E questo vale anche per il Gruppo Stellantis che dovrà fronteggiare una situazione piuttosto complessa.
Dazi USA, novità all’orizzonte per Stellantis
Il mercato automobilistico italiano ha visto 139.243 immatricolazioni, con un calo del 6,7% rispetto all’anno precedente, ma la Panda si conferma l’auto più venduta e desiderata. Modelli popolari come la Panda ibrida potrebbero costare fino a 1.595 euro in più. Ora, con questi nuovi dazi, si rischia una nuova impennata dei listini nel corso del 2025. Per i consumatori italiani si tratta di una vera batosta. Il rincaro medio per le auto nuove potrebbe aggirarsi tra i 2.500 e i 3.000 euro.

L’intera filiera della componentistica sarà investita da questi rincari, pesando sulle tasche dei fruitori che si troveranno a pagare di più pezzi di ricambio e riparazioni. L’impatto sarà violento perchè Canada e Messico sono due hub fondamentali per molte case automobilistiche internazionali, tra cui Volkswagen, Stellantis, Toyota e Honda.
Con l’aumento dei costi di esportazione verso il mercato americano, le case automobilistiche dovranno inevitabilmente scaricare parte delle perdite sui consumatori finali. Regna l’incertezza, che già di per sé blocca commesse e investimenti all’estero. Ma il vero pericolo è quello di cadere in una spirale di misure e contro-misure protezionistiche, cioè in una guerra commerciale. In quel caso, come insegna la storia, sarebbero a rischio gli stessi rapporti economici e politici tra le nazioni.