Continuano i problemi per la Tesla che ha accusato un netto calo di vendite nel Vecchio Continente. Scopriamo cosa sta succedendo ad Elon Musk.
L’industria dell’Automotive moderna sta affrontando una fase a dir poco schizofrenica. Un giorno un brand sembra lanciato ai massimi livelli per conquistare la platea mondiale e quello successivo, invece, finisce in bancarotta. In Europa stanno crollando colossi come Stellantis e Volkswagen che hanno registrato un calo vertiginoso di vendite nel corso dell’ultimo anno. Solo pochi i marchi storici che sono riusciti a tenere botta in un mercato sempre più variegato.
Le posizioni politiche assunte da Musk hanno avuto un impatto notevole. La rielezione di Trump ha creato ulteriori problemi alla Casa di Cupertino. Il Presidente degli USA, infatti, ha deciso di lasciare liberi gli americani di scegliere i motori che vorranno. Negli ultimi anni Tesla ha sempre tratto enormi vantaggi dalle politiche ambientali sia in Europa che negli USA. La Casa automobilistica americana è diventata leader del mercato internazionale ma ora è minacciata anche dai brand cinesi.
Problemi in Casa Tesla
Nella produzione di EV la Casa fondata da Elon Musk ha ricevuto extraprofitti per 11,7 miliardi di dollari dal 2012 (+166% tra il 2019 e il 2020) grazie alla vendita di crediti ai competitor in crisi per la scarsa richiesta di auto elettriche. Sono andati in crisi con la normativa europea sui limiti alle emissioni di CO2, che impone ai produttori il rispetto di una media per la loro flotta. A partire dal 1° gennaio 2025 la Commissione europea ha stabilito un nuovo limite medio di 93,6 gCO2/km. I costruttori che non rientreranno nei parametri potrebbero pagare ingenti multe. Il brand guidato da Elon Musk ha avuto circa 2,7 miliardi di dollari, con un impatto medio di 8.000-9.000 dollari per veicolo venduto in Europa. In base alle analisi di AlixPartners sono stabilite che le “Multe per le emissioni di CO2 e mercato dei crediti nell’Unione Europea“.

“Le case automobilistiche – ha affermato Dario Duse, responsabile EMEA Team Automotive e Country Leader Italia di AlixPartners – hanno pianificato da tempo il lancio di modelli con minori livelli emissivi per ridurre il possibile esborso collegato ai nuovi limiti. Da un lato, quindi, la penetrazione dei Bev (veicoli a batteria, ndr) è inferiore rispetto alle previsioni, ma dall’altro i costruttori si sono preparati per il nuovo scalino normativo, introducendo motori downsized (da 4 a 3 cilindri, ndr) e aumentando la quota di veicoli ibridi. Tuttavia resta paradossale che alcune case europee potrebbero trovarsi a pagare crediti proprio ai loro nuovi concorrenti diretti, come BYD e Geely“.