Le condizioni generali dell’industria dell’Automotive in Europa sono critiche. Le eventuali multe potrebbero, definitivamente, affossare i brand europei.
Nel Vecchio Continente non si respira più un’aria positiva. Persino la superpotenza Germania sta crollando in una crisi profonda che determinerà la chiusura di tantissimi colossi. Tante aziende sono già al collasso e non sembra esserci una facile via d’uscita. Da Est l’attacco è potente con una ingerenza politica che non ha placato con i dazi il successo dei major cinesi. Negli Stati Uniti, con il neo eletto Presidente Donald Trump, si è tornati ad una politica protezionistica dove sarà l’America messa al primo posto.
In Italia sembra quasi surreale continuare a parlare di crisi perché oramai lo stato dei fatti è l’affanno perpetuo. Nella precarietà più assoluta l’automobile non è più uno status symbol e nemmeno una priorità. Sempre meno giovani sognano di guidare belle auto e nemmeno sembrano interessati a prendere la patente. In questo scenario gli storici costruttori stanno registrando fatturati a ribasso. C’è sin troppa concorrenza e i prezzi continueranno a salire.
La filiera elettrica, salvo rare eccezioni, si è rivelata essere un flop per i brand europei. Le vendite, dopo un hype iniziale, sono crollate nel corso degli ultimi tempi. La dead line del 2035 imposta in sede europea ha rappresentato un autogol clamoroso, spingendo tantissimi a tenersi la cara vecchia auto termica. I proclami ecologici imposti nella stanza dei bottoni presieduta dalla Von Der Leyen si sono rivelati essere un boomerang, stendendo un tappetto rosso ai player cinesi. Per di più le minacce su multe stanno terrorizzando i Paesi europei.
Ursula von der Leyen ha dichiarato: “Il risultato di questo dialogo sarà un piano d’azione completo che sarà presentato il 5 marzo: tracceremo un percorso chiaro per garantire che la nostra industria possa prosperare in Europa e competere con successo nello scenario globale“. Liese, coordinatore per le politiche ambientali del Ppe, le modifiche alla normativa dovrebbero includere un’apertura nei confronti di un meccanismo di compravendita di crediti carbonici.
“Auspico misure di breve termine che ci consentano di mantenere i target ma di essere flessibili sulle multe – ha spiegato Liese, come riportato su Quattroruote.it – Per esempio, chi non sarà in grado di centrare gli obiettivi nel 2025 potrebbe compensare facendo meglio delle richieste di legge nel 2026 e nel 2027. Abbiamo un meccanismo simile per i mezzi pesanti: non c’è motivo per non applicarlo anche sui veicoli commerciali leggeri e le auto“. Quindi potrebbe esserci uno spiraglio positivo in chiave futura.
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