L’Automotive giapponese, eccezion fatta per la Toyota, non sta attraversando una fase positiva. Sono diversi i brand, come Nissan, che sono piombati in una crisi profonda.
C’era una volta l’affidabilità finanziaria dei colossi giapponesi che non temevano la storica concorrenza europea, vero punto di riferimento dell’Automotive mondiale, e i competitor americani. Nel 2025 l’industria sembra essersi spostata sempre più a Est, ma il punto sulla mappa è diventata la Cina. La crescita dei player del mercato delle due e quattro ruote cinesi sta facendo tremare i principali costruttori al mondo. In un mercato sempre più variegato c’è chi sale e chi scende.
La vendita di auto nuove sta diventando un lusso per una nicchia di appassionati green. Le macchine sono diventate anche, concettualmente, dei banali mezzi per raggiungere un punto B partendo da un punto A, perdendo totalmente il fascino dei un tempo. Tra i marchi che stanno trovando particolari difficoltà ad evolversi c’è Nissan. Dopo aver chiuso il quarto trimestre del 2024 con risultati finanziari a ribasso, il brand giapponese ha annunciato un piano di riduzione dei costi da 2,6 miliardi di dollari, che prevede il taglio di 9.000 posti di lavoro a livello globale e una riduzione della produzione del 20%.
Le difficoltà della Nissan derivano dalla scelta di Renault, a fine settembre 2024, di vendere azioni Nissan. La Casa francese ha posseduto fino al 46% del brand nipponico. Honda sta finalizzando un accordo con Nissan per co-sviluppare veicoli elettrici. Il colosso di Tokyo dovrebbe diventare socio maggioritario, sotto la spinta dal governo giapponese. Una “acquisizione mascherata”, come affermò l’ex CEO Nissan Carlos Ghosn la scorsa estate.
Secondo quanto riportato dal Financial Times due anonimi alti dirigenti Nissan avrebbero confermato che al marchio, restano “12 o 14 mesi per sopravvivere“. Nel tentativo di riprendersi, Nissan avrebbe già avviato colloqui di fusione con Honda. Gli esperti del settore stimano che queste nuove misure di contenimenti di costi porteranno a una riduzione della produzione di circa 63.000 mezzi nel 2025, pari al 12% della produzione totale Nissan negli Stati Uniti. L’azienda avrebbe anche offerto pacchetti di incentivo all’uscita a oltre 1.500 dipendenti.
Il piano di razionalizzazione dei costi, necessario per gestire la crisi, sta gettando nel caos i lavoratori. David Johnson, responsabile della produzione e della supply chain di Nissan North America, ha annunciato: “Il mercato è particolarmente sfidante per alcune delle nostre linee di prodotto. Attualmente, i livelli di utilizzo degli impianti non sono ottimali, soprattutto considerando il nostro modello produttivo su due turni“. L’elettrico continua a non decollare in molte realtà mondiali e Nissan ha anticipato troppo i tempi, perdendo di vista il suo focus sui modelli di maggior successo.
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