L’Alfa Romeo della rivoluzione è anche il suo disastro più grande: l’errore iconico che ha fatto la storia

La Casa del Biscione si fece strada tra una miriade di marchi, proponendo vetture che hanno fatto la storia. Non tutte le versioni, create dall’Alfa Romeo, hanno fatto la differenza in positivo.

Tra le auto che hanno fomentato il mito Alfa Romeo c’è la Giulia, prodotta dal 1962 al 1977. Nata come erede della Giulietta, è stata realizzata in numerose varianti di carrozzeria, nelle tipologie berlina, coupé, cabriolet e spider. I tecnici montarono sotto il cofano svariati motori e non tutti furono vincenti. In 15 anni la Casa di Arese ha realizzato circa 1 milione di unità. E’ stata una delle Alfa Romeo più di successo e, ancora oggi, rivive nella gamma con forme e tecnologie all’avanguardia.

L'Alfa Romeo della rivoluzione è anche il suo disastro più grande
Il disastro dell’Alfa Romeo (Pexels) Quattromania.it

Erano gli anni ’60 e tutti capirono che non sarebbe stato semplice rimpiazzare un modello come la Giulietta. Gli specialisti dell’Alfa preferirono riprendere lo schema meccanico di base. Sotto il cofano c’era un 4 cilindri con distribuzione bialbero e costruzione interamente in alluminio. Rispetto a quello della sua progenitrice era presente, oltre all’aumento considerevole di cilindrata da 1290 a 1570 cm³, la novità delle valvole di scarico raffreddate al sodio.

Sul piano tecnico, la versione a benzina, era un portento e anni luce davanti alla concorrenza. Le sospensioni anteriori avevano uno schema sportivo a quadrilateri sovrapposti, mentre il retrotreno, pur usando la classica e un po’ conservatrice soluzione a ponte rigido, conservò la scatola del differenziale in alluminio e perfezionando il disegno del braccio superiore di controllo dello scuotimento laterale. Era un’auto piuttosto divertente da guidare e con una meccanica all’avanguardia. Ecco come potrebbe essere la nuova serie.

Alfa Romeo, il flop della versione diesel

Nel 1974 arrivò un restyling della Giulia che poi venne battezzata Nuova Super. Il frontale venne modificato con una nuova calandra in plastica nera, così come i paraurti, la coda e gli interni con una plancia rivista, consolle centrale con bocchette di ventilazione frontali, pavimento in moquette, sedili con poggiatesta. Nel 1976 venne presentata sul mercato la Nuova Super Diesel, spinta da un 4 cilindri Diesel di 1760 cm³ prodotto dalla Perkins Engines.

Alfa Romeo, il flop della versione diesel
Caratteristiche Alfa Romeo Giulia (Pexels) Quattromania.it

A causa della crisi petrolifera, la vettura del Biscione aveva un motore da 55 CV secondo le specifiche SAE equivalenti a 52 CV DIN, che consentiva una velocità massima di 138 km/h dichiarati dalla Casa. Realizzato interamente in ghisa, già ai tempi era considerato poco adatto ad una berlina di impostazione sportiva a causa del suo eccessivo peso. Vennero prodotte all’incirca 6.500 unità che furono molto criticate ma questa versione rappresentò la prima con motore diesel a entrare ufficialmente nella gamma Alfa Romeo.

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