Il gruppo PSA è stato un vero e proprio colosso del mondo delle quattro ruote, che da qualche anno è confluito in Stellantis. Ecco i dettagli.
Nel mondo delle quattro ruote, recentemente investito da una grave crisi che ha comportato un crollo delle vendite e degli utili per i vari marchi, sono sempre più frequenti le alleanze tra i costruttori, l’ultima delle quali è stata quella tra Honda e Nissan, che diventerà il terzo colosso mondiale. Nel 1976, a Parigi, venne fondato il gruppo PSA, con largo anticipo rispetto a quelli moderni, attivo nella produzione di autoveicoli ed, in certi casi, anche di motoveicoli.
Di esso facevano parte Peugeot, Citroen, DS Automobiles, Opel e Vauxhall Motors, tutti brand che poi sono confluiti in Stellantis a partire dal gennaio 2021, momento della fusione di PSA con un altro colosso dell’automotive, ovvero FCA. Ora, Stellantis detiene un enorme numero di marchi, e dopo un buon inizio sta però affrontando un momento molto complicato dal punto di vista finanziario. Nelle prossime righe, andremo a scoprire cosa è accaduto al gruppo francese e perché la figura di John Elkann ha assunto una tale importanza.
PSA, chi erano i veri proprietari e cosa è accaduto con John Elkann
Il gruppo PSA, come anticipato, è stato fondato nel 1976, ed oggi ufficialmente non esiste più, essendosi unito con FCA in Stellantis. Ma chi erano i veri proprietari? Venne fondato da Peugeot e Citroen, che ne sono sempre stati considerati i brand più importanti e rappresentativi, e che ancora oggi sono i punti forti di Stellantis. John Elkann era il presidente ed amministratore delegato ad interim, ed è stato un personaggio fondamentale in ciò che è accaduto pochi anni fa.
Infatti, fu per volontà di Elkann, assieme alla collaborazione del top manager Carlos Tavares che avvenne l’unione con FCA e la nascita di Stellantis, in modo da creare un vero e proprio gigante del settore automobilistico. Al momento attuale, come già anticipato, PSA ed FCA formano la holding multinazionale olandese, ma le scelte di mercato effettuate non stanno pagando. Dopo l’addio di Tavares, è in atto una vera e propria rivoluzione a livello di management, nella speranza di ribaltare la situazione.