Il primo motore a scoppio della storia italiana è tornato ufficialmente a ruggire, scatenando la felicità dei fan. Ecco i dettagli dell’evento.
L’Italia è patria di inventori, di veri e propri geni che hanno scritto pagine di storia dal valore inestimabile, portando alla luce tecnologie che hanno dominato il mondo. Per chi non ne fosse a conoscenza, il primo motore a scoppio è una creazione italiana, frutto del lavoro di Padre Eugenio Barsanti e dell’ingegner Felice Matteucci, e risale al 1853. Dunque, si trattò di un’invenzione del tutto nostrana, ed avvenne in quel di Lucca. Il progetto nacque presso l’Archivio dei Georgofili e l’Osservatorio Ximeniano di Firenze.
Il primo prototipo fu realizzato nella Fonderia Benini di Firenze, ma purtroppo, la disinformazione non fa risalire la nascita del motore a scoppio, ufficialmente, all’Italia. Infatti, Barsanti e Matteucci non riuscirono a ricevere il brevetto, anche a causa di scarse finanze, che non permise loro di ripetere la realizzazione del prototipo. Per questo motivo, la nascita del motore a scoppio venne riconosciuta al tedesco Nikolaus Otto, diversi anni dopo il duo italiano, che poté sfruttare la crescita industriale e la disponibilità economica del suo paese.
Motore, ecco la rinascita del primo a scoppio della storia
La storia del primo motore a scoppio italiano è conosciuta da poche persone, e siamo lieti di portarvi alla scoperta di questo orgoglio della nostra penisola. Per fortuna, come sottolineato sul sito web “Virgilio.it“, l’impegno di un gruppo di appassionati ha dato nuovamente spazio al motore di Eugenio Barsanti e Felice Matteucci. Nel 2022, il Club Moto d’Epoca Fiorentino Federato ASI, ha dato il via ad un interessante iniziativa.
Ma di cosa si tratta? L’obiettivo, poi raggiunto, era quello di realizzare una copia del motore originale, che fosse fedele alle specifiche del 1853, ed è stato svelato presso il Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze. Nella conferenza di lancio, è avvenuta la conferenza che ha radunato tante istituzioni, ma anche esperti del settore. Inoltre, il motore è stato anche messo in moto presso il Museo Galilei lo scorso 10 di gennaio. Il progetto, in meno di tre anni, è stato dunque portato a termine, e l’emozione dei protagonisti era palpabile.