Il costo della benzina e del gasolio continua a oscillare. Ad una vera e propria normalità non si è più tornati dopo la crisi che ha investito l’intera filiera.
Sarebbe bello poter viaggiare a bordo di potenti auto termiche senza preoccuparsi troppo dei consumi e delle spese, proprio come accade negli Stati Uniti. Purtroppo alle nostre latitudini i carburanti costano tanto e questo ha limitato non poco la voglia dei giovani di superare gli esami di guida e comprare un’auto. In questo inizio di 2025 i numeri sono ancora preoccupanti. 
La Commissione Finanze del Senato ha emesso parere favorevole per un futuro provvedimento del Governo: l’accisa sul gasolio salirà da uno a due centesimi al litro, per finanziare il trasporto pubblico locale. Scenderà quella della benzina, nella stessa misura. Il decreto legislativo sulle accise con misure per alcol e oli lubrificanti verrà recepita dal Governo a breve.
L’esecutivo, infatti, dovrà “definire un tendenziale riavvicinamento in un congruo arco di tempo e nella misura compresa tra uno e due centesimi di euro dell’aliquota dell’accisa applicata al gasolio e alla benzina“, secondo quanto affermato dalla Commissione, “in modo da tener conto dell’impatto ambientale ed economico di ciascun prodotto“. E’ previsto un analogo provvedimento della Camera.
Aumenta il prezzo del gasolio
L’accisa sulla benzina ora è di 0,7284 euro/litro, mentre quella sul gasolio di 0,6174 euro/litro. Si alzerà di un centesimo all’anno l’aliquota sul gasolio, riducendo analogamente quella sulla benzina, per arrivare a renderle, assolutamente, identiche nel 2030. C’era una volta il vantaggio di comprare auto diesel, ma il Governo ha deciso di incassare un surplus di gettito ogni 12 mesi: 100 milioni di euro in più il primo anno, che aumenteranno a 200 milioni il secondo, e a 500 milioni il quinto, quando le accise di gasolio e benzina saranno poste sullo stesso piano. 
L’accisa sul gasolio, in Italia, è stata inferiore a quella della benzina. Non vi sarebbero giustificazioni per l’impatto ambientale ha annunciato il ministero dell’Ambiente nel “Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi””. Dal 2023, la Commissione europea sta spingendo l’Italia verso uno svincolo alla fiscalità dalle quantità di carburante commercializzata. Andrebbe, secondo i vertici della politica europea, associata all’impatto ambientale per dissuadere la diffusione del diesel. Arrivano novità ecologiche che faranno la differenza in futuro. Oltre alle accise, va valutata anche l’Iva al 22%, più il costo netto del combustibile, incluso il guadagno dei gestori.