In Italia stanno per partire i test sul car sharing a guida autonoma, una novità promossa da tre enti eccezionali. Scopriamo tutto sul progetto.
Si fa un gran parlare di nuove tecnologie nel mondo delle quattro ruote, con tante novità presenti sul mercato e con i costruttori che proseguono nei loro investimenti. La guida autonoma rappresenta buona parte del futuro del settore automobilistico, con brand come la Tesla che da anni hanno spinto in questa direzione, in modo da assicurare dei viaggi più rilassanti anche per chi, solitamente, siede al volante e deve mantenere gli occhi fissi sulla guida. 
La guida autonoma è dunque la nuova frontiera del settore automotive, e tutti ne parlano e stanno investendo per renderla sempre più performante, ma anche più sicura. L’Italia sta facendo passi da gigante in tal senso, e l’ultima notizia non può che far ben sperare. Sono partiti i test sul car sharing a guida autonoma, grazie ad un progetto svolto da A2A, dal Politecnico di Milano e MOST, che vogliono sviluppare un modello di car sharing che possa rappresentare un unicum in Europa. Andiamo più nel dettaglio.
Guida autonoma, ecco i dettagli sulla grande novità italiana
Ma come è andato questo test? Una FIAT 500 ad emissioni zero è partita dalla città di Brescia ed ha percorso un chilometro di viaggio in maniera del tutto autonoma, senza che nessuno agisse sui comandi. Si tratta di un test che vuole fare da base per lo sviluppo di un sistema molto più complesso e che punti a coprire tratti ben più lunghi, ma è chiaro che si debba partire dal basso, soprattutto quando si parla di un argomento delicato come la guida autonoma.
L’auto, secondo quanto affermato, sarà in grado in futuro di portare a destinazione il proprio cliente, per poi poter ripartire verso una stazione di ricarica per poi essere consegnata a coloro che avranno bisogno di un passaggio. Il car sharing è sfruttato sempre più di frequente, ed il fatto che lo si possa utilizzare tramite un’auto a guida autonoma più rappresentare un vantaggio non da poco. Ovviamente, la tecnologia è tutta da perfezionare e ci vorrà del tempo per arrivare all’obiettivo finale, ma c’è da dire che i primi segnali sono incoraggianti.