Casey Stoner ha avuto una carriera troppo breve in MotoGP in relazione al suo talento. Dall’australiano il commento su Marquez e Valentino Rossi.
Era il 2012, ormai quasi 13 anni fa, quando Casey Stoner sconvolse il mondo della MotoGP annunciando il ritiro dalle corse, dopo sole sette stagioni in top class. L’australiano, che già iniziava a soffrire di problemi fisici e psicologici, decise di mollare il colpo, allontanandosi per sempre dalla carriera di pilota. I fan di casa Ducati resteranno sempre legati a lui per l’impresa del 2007, quando regalò il primo titolo iridato alla Rossa, che non era di certo la forza dominante che conosciamo oggi. Riuscire a battere i colossi giapponesi, con quella moto, fu un’impresa leggendaria.
La conferma arriva dal fatto che dopo l’addio di Stoner, la Ducati ha dovuto attendere sei anni prima di tornare ad ottenere una vittoria, maturata dopo il duro lavoro dell’ingegner Luigi Dall’Igna, chiamato a Borgo Panigale per risollevare il team. Casey diede conferma del suo strabiliante talento nel 2011, quando vinse il suo secondo titolo nell’anno d’esordio con il team ufficiale Honda, che da anni stava facendo fatica. Che peccato non averlo più visto in azione, magari proprio contro Marc Marquez, che prese il suo posto nella squadra giapponese.
Stoner, sentite cosa pensa dei grandi del Motomondiale
In un’intervista concessa a “Marca“, Casey Stoner è stato a descrivere con una o poche parole i rider che hanno fatto la storia recente del Motomondiale, e non potevano di certo mancare Marc Marquez e Valentino Rossi. Dal canto suo, il nativo di Southport non ha esaltato il proprio talento, dimostrandosi, ancora una volta, una persona estremamente umile. Di certo, le parole sugli altri piloti saranno tutte da analizzare.
Ecco le parole di Stoner: “Fabio Quartararo è un resiliente, Dani Pedrosa è molto talentoso. Andrea Iannone è libero, Mick Doohan ostinato. Andrea Dovizioso è un calcolatore, così come Pecco Bagnaia, che però è ancora più riflessivo. Credo che Marc Marquez sia simile a Pedrosa, ma lo definirei incredibilmente talentuoso, mentre Valentino Rossi era molto astuto. Come posso definirmi io stesso? Dal mio punto di vista, è giusto che mi ritenga, a mia volta, un calcolatore“. Considerando il talento di cui era dotato e ciò che ha mostrato in pista, si può dire che la modestia sia la migliore dote del due volte campione del mondo.