Torniamo indietro nel tempo per raccontarvi la storia di una Lancia poco conosciuta, ma che ha avuto un’esperienza travagliata. I dettagli.
La storia della Lancia è quella di uno dei produttori di auto più amati dagli italiani, che ha portato alla luce modelli ben noti a livello globale. La casa di Torino ha vinto tutto ciò che c’era da vincere con la mitica squadra corse nel mondo dei rally, guidata dal grande Cesare Fiorio, ma che venne purtroppo chiusa nei primi anni Novanta. Dopo anni di oblio, Stellantis ha ora deciso di provare a rilanciare il marchio, partendo dal lancio della nuova Ypsilon.
La prima auto elettrica di questo brand, disponibile anche come ibrida a benzina, è stata svelata a febbraio dello scorso anno, e nel 2026 toccherà alla Gamma, veicolo che diventerà la nuova ammiraglia del marchio. Nella giornata odierna, vogliamo riportarvi indietro nel tempo per svelarvi la storia di un modello magari poco noto, e che si lega all’atteggiamento poco accomodante della FIAT verso di essa. Stiamo parlando della Lancia Beta Trevi, che ebbe un’esperienza poco fortunata, ed è interessante scoprirne i motivi nei particolari.
Lancia, gli sforzi della FIAT per frenare la Beta Trevi
La Lancia Beta Trevi fu un’auto di fascia medio-alta, prodotta dal 1980 al 1984 nello stabilimento di Chivasso, in provincia di Torino. Ne vennero prodotti solamente 40.628 esemplari, e non ebbe risultati entusiasmanti sul fronte delle vendite, per la concorrenza della FIAT Regata. Fu svelata al Salone di Torino del 1980 e derivò dalla Beta due volumi. Si trattava di una berlina di segmento medio-alto, a 4 porte e tre volumi. Il posteriore era ben diverso dal modello originale, con un padiglione diverso ed un lunotto inclinato maggiormente. Inoltre, furono ridisegnati anche i gruppi ottici. L’impostazione meccanica era invece la stessa.
Nello specifico, il motore della presentazione era un bialbero da 1,6 litri, da 102 cavalli di potenza massima e con 170 km/h di top speed. Si poteva arrivare anche a 180 km/h con il motore 2,0 litri da 115 cavalli. Venne offerto anche il motore ad iniezione elettronica da 122 cavalli, e si poteva anche richiedere un cambio automatico a tre rapporti. Venne poi presentato il motore da 135 cavalli con compressore volumetrico a cubi, un turbo che garantiva migliori prestazioni. La Lancia Beta Trevi subì la forte concorrenza della FIAT, prima con la 131 e poi con la Regata, che portarono alla soppressione di questo progetto avendo costi più bassi.