La Casa di Sant’Agata Bolognese è stata ceduta anni fa all’Audi (Gruppo Volkswagen) ma c’è una divisione di successo, totalmente, Made in Italy che continua a viaggiare a gonfie vele.
La fondazione del colosso italiano Lamborghini viene tradizionalmente collegata ad un litigio, realmente accaduto, fra Enzo Ferrari e Ferruccio Lamborghini. Quest’ultimo, celebre imprenditore che produceva trattori, caldaie e condizionatori, aveva comprato una Ferrari, la 250 GT, ma non si riteneva pienamente soddisfatto di quest’acquisto sul piano tecnico. Decise così di rivolgersi direttamente al Commendatore di Modena in persona per lamentarsi del cattivo funzionamento della trasmissione, iniziando poi a dispensargli consigli.
Il signor Enzo Ferrari, sentendosi colpito nell’orgoglio e non accettando che il cliente Lamborghini volesse insegnargli il suo mestiere, gli rispose con quella che poi divenne la celebre frase “Che vuol saperne di auto lei che guida trattori?”. Fu questo l’attimo in cui Lamborghini decise di avviare la costruzione in proprio di un’automobile che fosse “perfetta anche se non particolarmente rivoluzionaria”. La Lamborghini automobili fu così fondata il 7 maggio 1963. L’azienda ebbe un rapido successo nel periodo fra 1965-1972. Conobbe però un periodo di crisi che culmino con la cessione di gran parte del aziende che nel 1998 divenne di proprietà dalla tedesca Volkswagen.
La Casa emiliana ha realizzato dei capolavori assoluti, puntando su motore termici potentissimi. Grossi i cambiamenti in casa Lamborghini ci sono stati negli ultimi anni, sotto l’influenza tedesca. Il marchio di Sant’Agata Bolognese sta facendo parlare di sé per essersi immersa nel progetto delle auto ibride plug-in. Questa rivoluzione andrà a modificare tutti gli equilibri interni al marchio emiliano nei prossimi anni, senza dimenticare le proposte full electric. Non è infatti contemplata la produzione di auto con motore esclusivamente a combustione ma saranno tutte ibride o full electric in futuro se non cambieranno le disposizioni. Date una occhiata a questa assurda sfida che ha portato un costruttore asiatico a copiare le innovazioni tecniche della Casa del Toro.
Il fine ultimo è quello di raggiungere in pochi anni le emissioni zero da parte del marchio. Tutt’oggi la casa di Sant’Agata Bolognese produce trattori italiani di ottima qualità, premiati dal mercato, mentre le supercar del brand emiliano volano in termini di vendite. Dal 1973 è parte del gruppo SAME la divisione registra fatturati da sogno.
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