La FIAT, da sempre, ha puntato con successo a city car che hanno fatto la storia del Belpaese. Un modello in particolare ricordava tantissimo la Mini.
La piccola utilitaria britannica ebbe un successo clamoroso in tutta Europa, diventando persino un simbolo di sportività nelle versioni più pepate. Gli Agnelli non potevano permettersi il lusso di rimanere indietro e scelsero di lanciarsi in un progetto che, concettualmente, era molto simile.
Nella seconda metà degli anni ’60 il marchio del Lingotto dovette fronteggiare il successo dei competitor stranieri. I marchi inglesi erano riusciti ad aggirare il problema dei dazi doganali. La riposta nostrana si sostanziò nella costruzione di una vettura presso gli storici stabilimenti della Innocenti. L’Autobianchi A112 fece impazzire i giovani a cavallo tra gli anni ’60 e il decennio successivo. L’auto fece presa sull’utenza femminile, arrivando ad essere prodotta sino al 1986. Divenne una delle vetture più longeve della storia dell’Automotive italiana. Venne creata anche una versione spider.
La FIAT aveva già costruito la sua fama su vetture di segmento A adatte alla città. Sfruttando l’esperienza maturata a Torino, Dante Giacosa scelse di proporre, attraverso la controllata Autobianchi, una vettura di piccole dimensioni, dall’aspetto elegante e equipaggiata della moderna trazione anteriore. Come già avvenuto per la A111 venne creata una linea senza tempo che avrebbe dovuto lasciare il segno. Quando l’Autobianchi A112 venne svelata nel 1969 al Salone di Torino lasciò tutti a bocca aperta.
Sembrava una Mini all’italiana e la domanda fu corposa. Per averla gli acquirenti aspettarono 12 mesi e oltre ma sarà stato per l’aspetto all’inglese e per la brillantezza delle prestazioni, ma diede un impulso alla diffusione delle auto di questo genere in Italia. La domanda fu talmente elevata che i tecnici non riuscirono a soddisfare tutte le richieste. Inoltre, nel 1970, la “A112” si aggiudicò il secondo posto per il titolo di Auto dell’anno, venendo battuta solo dalla mitica FIAT 128.
In 17 anni del periodo di produzione la A112 rimase fedele al modello originario, tuttavia subì numerosi restyling. Nei primi anni ‘80 la commercializzazione in Svezia venne affidata alla Saab, che la propose come Saab Lancia A112. La prima serie sotto al cofano aveva un bel motore FIAT 100, ovvero un quattro cilindri in linea con albero a camme laterale, con 903 cm³ di cilindrata e 44 CV di potenza massima derivato direttamente da quello della FIAT 850 Sport, depotenziato con l’eliminazione del carburatore a doppio corpo.
I tecnici scelsero un cambio manuale a 4 rapporti molto corti (a 110 km/h la vettura sfiorava i 5000 giri/min.), che consentiva alla piccola vettura di toccare i 144 km/h (a fronte di “oltre 135” dichiarati) con consumi contenuti in media di 6,9 litri ogni 100 km. Un’auto popolare ma molto ricercata che offuscò la mitica Mini.
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