Il Codice della Strada ha debuttato da meno di un mese, suscitando molte polemiche. Oggi vi sveleremo cosa si può fare per farlo cambiare.
Il 14 di dicembre 2024 è stato introdotto il nuovo Codice della Strada, dopo un’attesa molto lunga per motivi burocratici. Il ministro Matteo Salvini e tutto l’esecutivo hanno spinto fortemente per queste nuove norme, a seguito dell’incremento degli incidenti stradali che era stato registrato negli ultimi anni. Il pugno di ferro viene ora utilizzato per chi usa il cellulare alla guida, ma anche per chi si mette al volante sotto l’effetto di alcol e droghe, con un giro di vite che è arrivato sul fronte delle sanzioni, ora molto più dure rispetto al passato.
Il Codice della Strada è sempre più stringente, ed ha introdotto la novità della sospensione breve della patente, da applicare quasi come monito ai trasgressori delle leggi, prima di passare a punizioni ancor più pesanti e durature. Tuttavia, il nuovo documento ha causato forti polemiche tra gli automobilisti, che lo ritengono troppo severo. Nelle prossime righe, vi sveleremo quella che è la parte che i cittadini possono fare per provare a far applicare alcune modifiche, tramite un processo piuttosto lungo, ma per cui vale la pena tentare. Andiamo a scoprire tutti i particolari.
In meno di un mese, dunque, il Codice della Strada ha suscitato una quantità di polemiche mai viste in passato per questa tipologia di norme, ed è per questo che in molti si sono posti una semplice domanda: cosa si può fare, eventualmente, per farlo cambiare nuovamente? In base a quanto riportato anche in Gazzetta Ufficiale, i cittadini hanno la possibilità di effettuare una raccolta firme che deve toccare quota 50.000, un numero importante da raggiungere, ma che potrebbe diventare una brutta gatta da pelare per l’esecutivo.
Infatti, a quel punto, non è di certo automatico che il Codice della Strada venga cambiato, ma qualcosa inizierebbe a muoversi. A quel punto, raggiunte le 50.000 firme, la proposta deve essere presentata, corredata delle firme degli elettori proponenti, al Presidente di una delle due Camere. In seguito, avverrà una lunga valutazione di quelle che sono le modifiche richieste, e solo al termine di essa si potrà pensare di apportare qualche modifica, qualora venisse reputato necessario. Il processo è molto lungo, ma il cambiamento potrebbe iniziare dai cittadini stessi.
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