L’autogol europeo nel market delle quattro ruote non ha precedenti storici. L’Italia è passata dalla pole position alle zone basse della classifica.
C’era una volta l’export italiano di qualità e non ci stiamo riferendo all’industria del lusso che, per fortuna, trascina ancora i fatturati di Ferrari, Lamborghini e tutti gli altri top brand che producono supercar. L’Italia era ai primi posti, in passato, con i modelli di Lancia, Alfa Romeo, Maserati, FIAT e tanti altri marchi che hanno subito un destino beffardo.
Da quando l’Italia è finita nella spirale dell’Unione Europea c’è stato un gioco a ribasso che ha solo favorito lo straniero. Con la dead line sui motori termici del 2035 si è fatto un clamoroso regalo ai Paesi asiatici che hanno le materie prime delle batterie delle auto elettriche. Nonostante i dazi la crescita dell’industria cinese non si è arrestata. Tra minacce di multe per l’ambiente, rialzi di prezzi e licenziamenti, oramai, in Europa nessuno può definirsi, realmente, sereno nella filiera dell’Automotive.
C’è chi vive alla giornata, sperando in un futuro migliore e chi si ritrova già senza lavoro a seguito di una improvvisa chiusura di uno stabilimento. I più grandi colossi hanno minacciato ulteriori tagli di personale e riduzione di stipendi, colpendo i lavoratori più deboli. L’Italia dovrebbe essere aiutata in questo frangente per uscire dall’impasse. Tantissimi marchi del Gruppo Stellantis hanno subito una flessione notevole nel corso dell’anno appena trascorso.
Sono previste delle multe di 15 miliardi nel 2025 alle Case automobilistiche che vendono vetture troppo inquinanti. Il commissario responsabile della politica climatica Wopke Hoekstra ha risposto picche alle richieste dei Paesi firmatari dell’accordo deciso dall’Italia. Stando a quanto riportato dall’organo di stampa Reuters, l’Ue tira dritto e chiederà il conto.
In una U.E. sempre più spaccata, Germania e Francia non hanno siglato alcun tipo di accordo. Il Partito popolare europeo, schieramento di centrodestra maggioritario in Parlamento, ha svelato un piano di rilancio per l’auto. Lo stesso Hoekstra e il presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, fanno parte del Ppe. Non c’è stata la volontà di annullare le multe e questo complicherà ancora di più i piani di un Belpaese ancora in crisi.
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