Si fa un gran parlare, nel mondo delle quattro ruote, di rivoluzioni sostenibili. Oggi vi parleremo di un motore che sfrutta una vecchia tecnologia.
Lo sviluppo tecnologico è arrivato a livelli mai visti in passato, ed i progressi che sono stati svolti vengono applicati ad ogni settore. Dal punto di vista motoristico, sulle auto di oggi abbiamo una scelta impressionante, che ci permette di poter possedere un’auto alimentata nel modo che preferite. Al diesel ed alla benzina abbiamo le alternative ibride ed elettriche, sicuramente più pulite dal punto di vista dell’impatto ambientale, ma che la clientela non è ancora molto avvezza a scegliere, a causa di costi d’acquisto molto elevati.
Le innovazioni sono sempre più frequenti, ma è chiaro che si debba trovare un equilibrio per far sì che possano essere fruibili da tutti. Nelle prossime righe, prendendo spunto da quanto riportato sul sito web “ElDiario24.com“, vi racconteremo una curiosa scelta che è stata fatta da un produttore attivo nel mondo delle imbarcazioni e delle navi, che ha deciso di puntare su una tecnologia motoristica che potremmo considerare vecchia di 500 anni. Andiamo a scoprire, nel dettaglio, di cosa si tratta e come funziona.
Il colosso marittimo Cargill ha stupito tutti con un sistema che ha iniziato a testare, ma che risale a tantissimo tempo fa. Si tratta del WindWings che risale ai tempi degli inglesi, e che consiste in un set di vele enorme e rigido, che è stato adottato dalla compagnia di navigazione durante alcune prove svolte di recente. La nave Pyxis Ocean si è occupata di questo test ed ha installato vele fisse e solide che ha lavorato per ben sei mesi, ed è stato dimostrato che questo ritorno al passato è stato utile per ridurre sia le emissioni di anidride carbonica che l’utilizzo del carburante.
I risultati ottenuti, secondo quanto comunicato dall’azienda, mettono in mostra il potenziale dell’energia eolica, che è in grado di ridurre le emissioni di carbonio, che l’industria marittima produce da troppo tempo. Secondo gli esperti, esterni alla compagnia, il giudizio è differente, ed hanno giudicato il risultato meno incoraggiante. Tuttavia, occorre espandere l’utilizzo di questa tecnologia a più navi della flotta per poterne valutare eventuali benefici, visto che una sola nave non può di certo pensare di fare la differenza. A questo punto, potremmo essere di fronte ad una rivoluzione, ma che ha bisogno di tempo.
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