La Lancia realizzò un concept che avrebbe dovuto spianare la strada all’ultima gen della Delta, ma determinò un clamoroso flop.
La Lancia, nel 2006, stava già affrontando un serissimo problema. La gamma non era ancora risicata a una sola proposta, ma i numeri e il fascino dei modelli non era più quello di un tempo. Ad eccezione della Ypsilon che ha sempre attirato una fascia piuttosto importante di ragazzi e ragazze, tutti gli altri modelli non furono molto apprezzati.
I vertici cercarono un rilancio con un nuovo modello di Delta che era in antitesi con i concetti di sportività delle due serie precedenti. Nel settembre 2006, la Lancia annunciò la rinascita del nome Delta, con nuove vetture da costruire sulla piattaforma Fiat C. In quell’anno venne svelato il Concept HPE che avrebbe rappresentato al 100% il design della terza serie. Traendo ispirazione dalla Beta HPE si puntò a dimensioni generose.
Le dimensioni erano le seguenti: 4,5 metri di lunghezza, 1,8 di larghezza, 1,5 di altezza; misure corrispondenti della Lybra SW sono 4,47, 1,74 e 1,47. Il look era tutt’altro che sportivo. Il bagagliaio risultava di oltre 400 litri, anche in questo caso più o meno come la sorella SW della gamma. Una sorta di crossover originata, secondo i vertici della Lancia, per soddisfare diverse esigenze: “grande abitabilità e comfort di viaggio”, e “ottima accessibilità e un bagagliaio versatile, modulabile e capiente”.
I valori aggiunti dell’auto, sempre secondo il comunicato ufficiale, sono sei: stile, grande abitabilità, qualità della vita a bordo, design degli interni, materiali pregiati, ampia gamma di motori con potenze variabili da 120 a oltre 200 CV. Il focus era tutto sull’abitabilità, grazie al passo di 2700 mm (la Lybra SW si fermava a quota 2590), per “vivere lo stesso comfort offerto da una limousine“. Oggettivamente la vettura era molto comoda, ma chi aveva in passato acquistato una Delta lo aveva fatto su ben altri presupposti.
“Stiamo valutando la possibilità di realizzare la nuova Lancia Delta su una piattaforma media, ma la decisione non è ancora definitiva. La macchina che immaginiamo è molto muscolare, sportiva, quella che piace a tutti, insomma. Abbiamo comunque ancora tempo. Per quanto riguarda i cinque stabilimenti menzionati ieri, Cassino ha avuto un ruolo importante, soprattutto per gli appassionati dei brand premium. È lì che nascerà la nuova Giulia. Inoltre, si sta già lavorando alla progettazione di versioni ibride sia di Giulia che di Stelvio“, ha spiegato il CEO della Lancia, Luca Napolitano, in una intervista al Corriere della Sera.
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