Vi sono state scoperte nei decenni precedenti che non sono state prese troppo sul serio. Scopriamo il motore che potrebbe rappresentare la svolta.
Il mondo dell’ingegneria meccanica è alla ricerca di una novità tecnica che possa stravolgere gli scenari attuali. Da una parte c’è l’esigenza di rispettare un ambiente sempre più martoriato dall’inquinamento, seguendo un diktat che permetterà un miglioramento dell’aria anche in zone molto inquinate. Per trovare una soluzione alla caotica industria automobilistica attuale bisogna magari puntare lo sguardo al passato. Chi avrebbe mai immaginato che 70 anni fa si potesse già avere un impatto così importante sulle performance di un veicolo?
Nello scorso secolo sono stati fatti enormi passi in avanti nel car market. Non è un caso che i puristi dell’auto sentano ancora una certa nostalgia per gli anni ’70, ’80 e ’90. E’ stata una epoca d’oro per i motori e per i costruttori italiani. Le vetture erano frutto di sperimentazioni estreme. Tutti lavoravano nel segno della passione e i risultati a distanza di decenni sono visibili.
C’è un propulsore dimenticato noto come motore Achates Power, sviluppato durante la seconda guerra mondiale, che potrebbe essere rispolverato in chiave moderna. A differenza dei motori tradizionali, ha due pistoni in un cilindro che si oppongono l’uno all’altro per comprimere carburante e aria. Ai tempi aveva un design straordinario, abbassando significativamente il consumo di carburante e aumentando al contempo l’efficienza termica.
Un diesel sintetico è diverso dal normale diesel che conosciamo oggi, risulta più pulito e in linea con i proclami ecologici perché è tratto da risorse rinnovabili. Con questo motore unico, gli ingegneri decisero di svilupparlo su diversi mezzi. Noto anche con il nome R-4360, era tra i motori per aeroplani più grandi e potenti al mondo. Fu montato su diversi bombardieri pesanti americani, tra cui il Consolidated B-32 Dominator e il Boeing B-29 Superfortress. Date una occhiata alle novità tecniche della Honda.
Le dimensioni erano notevoli. Con un diametro di oltre cinque metri, l’R-4360 era famoso per la sua incredibile mole. Utilizzava 28 cilindri raffreddati ad aria disposti su quattro file in un insolito layout radiale. Era alimentato da un diesel sintetico che lo rendeva unico. Questo glorioso motore dell’epoca sta ora vivendo una rinascita perché l’ingegneria e le tecnologie contemporanee vengono studiate dagli scienziati per creare un impatto positivo sull’ambiente. Questo motore potrebbe alimentare macchinari industriali, generatori e mezzi di trasporto? Il problema sono i costi, ma si prevede che il prezzo di produzione del diesel sintetico diminuirà con la crescita delle fonti di energia rinnovabile come l’energia solare ed eolica, aumentando l’accessibilità del carburante in futuro.
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