Enzo Ferrari ha tribolato molto a bordo di alcuni dei suoi modelli. Si stufò di questo esemplare anche se fece la storia in pista.
Il Drake ha provato un sentimento molto forte per tutte le sue creature. Per Enzo Ferrari ciascun modello era come un figlio. Alcuni avevano bisogno di più cure di altri. La Ferrari 250 LM è stata una magnifica vettura che ha portato molti grattacapi al fondatore del brand modenese. In effetti si può dire che rimase deluso in un certo qual modo dalla sua vettura.
Nel 1960 la Ferrari aveva cominciato il suo dominio a Le Mans. Quell’anno aveva vinto una Rossa sul mitico circuito di La Sarthe con una 250 TR50/60 guidata da Paul Frère e Oliver Gendebien, oltre a conquistare anche il secondo posto con un altro modello identico guidato da André Pilette e Ricardo Rodríguez. Con Hill e Gendebien al volante di una 250 TR61 la Ferrari vinse anche l’anno dopo.
A vincere, nel 1962, fu una Ferrari 330 TRi/LM. L’anno successivo il successo andò a Lorenzo Bandini e Loduvico Scarfiotti, con una 250P, e nel 1964 si aggiudicarono la sfida rancese Jean Guichet e Nino Vaccarella con una Ferrari 275P. Per continuare a migliorare il Drake decise di utilizzare il telaio della 250P e montare lo stesso motore 3.0 V12 della 250 GTO che, a differenza di quanto accadeva con il suo predecessore, sarebbe stato montato alle spalle del pilotta. Dopo pochi modelli, decise di aumentare la cilindrata da 3,0 a 3,3 litri.
La Ferrari stregata
Un ruolo centrale nella storia della Ferrari lo ha avuto Chinetti. Quest’ultimo aveva iniziato a lavorare nell’officina del padre e all’età di 14 anni e conobbe Enzo Ferrari ai tempi dell’Alfa Romeo. Chinetti non era solo un buon meccanico, ma anche un grande manico. Prese parte a tutte le gare di Le Mans dal 1932 al 1953, guidando modelli Alfa Romeo e Ferrari. Ecco la Ferrari segreta del Drake.
La 250 LM apparve nel 1964 e ne furono elaborate solo 34 unità. Enzo Ferrari non voleva che nessuno di questi esemplari corresse a Le Mans come parte della sua squadra corse del Cavallino. Masten Gregory e Jochen Rindt vinsero la sfida. Successivamente la vettura partecipò altre due volte a Le Mans e tre volte alla 24 Ore di Daytona. La pensione l’ha fatta nell’ Indianapolis Motor Speedway Museum e dopo 50 anni sarà battuta da RM Sotheby’s con una stima di circa 25 milioni di euro.