La storia della Lancia è costellata di modelli strepitosi ed indimenticabili, ma anche ai migliori capita di sbagliare. Ecco il suo peggiore flop.
In una storia che è iniziata nel 1906 e che la rende una delle case automobilistiche più antiche della storia, la Lancia è entrata di diritto anche in quelle più apprezzate, per via di una carriera illustre specialmente nel mondo delle corse. Il reparto competizioni, fondato dal mitico Cesare Fiorio, ha portato a casa risultati da sogno, tra cui una sagomata di titoli mondiali nei rally, grazie a modelli leggendari come la Stratos, la 037 e la Delta, dei veri e propri gioielli su quattro ruote.
La Lancia ha dominato nei rally sino ai primi anni Novanta, ben comportandosi anche in altre categorie, sino all’improvvisa chiusura dei programmi sportivi che hanno significato l’inizio dell’oblio. Da quel momento in poi, anche il settore prodotto della casa di Torino ha iniziato a perdere impeto, sino ad arrivare al giorno d’oggi, dove l’unica auto in produzione è la nuova Ypsilon. La Lancia vuole ora rialzarsi grazie al piano decennale indetto dal gruppo Stellantis, che punterà sulla presentazione di un modello nuovo ogni due anni. Oggi torneremo indietro nel tempo, per mostrarvi l’auto peggiore di sempre nella storia di questo brand.
Negli anni recenti, la produzione di auto di questo glorioso marchio si è ridotta a pochissime unità, e solamente la Ypsilon ha ottenuto un buon successo. Il modello più deludente di sempre è forse stata la Lancia Flavia, una cabrio di Segmento D, presentata al Salone di Ginevra del 2012 e rimasta in produzione solamente un anno. Si rifaceva alla statunitense Chrysler 200, e fu la prima cabrio della casa di Torino dai tempi della Flavia Convertibile del 1967. Tutti si aspettavano risultati di mercato importanti, ma così non fu.
Infatti, la Lancia Flavia fu venduta in soli 450 esemplari in Italia, uscendo quasi subito di produzione, alla fine dell’ottobre del 2013. Secondo gli esperti, uno dei punti a sfavore di quest’auto fu l’assenza di una versione con motore diesel, che all’epoca ancora costituiva una gran parte di quota mercato, ma anche la mancanza di una capote più moderna in metallo. Inoltre, venne vista solamente come un rebadging della Chrysler d’0ltreoceano, senza il fascino e la storia che hanno reso celebre la casa di Torino. Il flop fu davvero clamoroso.
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