Fa sempre male al cuore vedere una leggendaria vettura Ferrari ridotta male. Scopriamo cosa è accaduto a un prezioso esemplare di Enzo.
La Ferrari Enzo è un emblema del Made in Italy. La casa modenese ha creato un capolavoro assoluto in memoria del suo fondatore. Si tratta di un auto esclusivissima che andrebbe tratta con i guanti. La Enzo è stata prodotta in occasione dei 55 anni di attività della Ferrari, dal 2002 fino al 2004, in soli 399 unità. Nei programmi inziali erano previsti soli 349 esemplari, ma il modello ebbe cosi tante richieste da personaggi importanti che negli stabilimenti del Cavallino scelsero di ampliare la produzione.
Venne poi svelata, ufficialmente, al Salone dell’automobile di Parigi nell’ottobre del 2002. Molti aspetti tecnici dell’auto traevano origine dall’esperienza in Formula 1. La Enzo è una delle auto più ricercate al mondo. Il design, pur essendo aerodinamico, non è estremo. Rispetto a una moderna F80 rispecchia al 100% l’idea del Drake di supercar. Un linguaggio stilistico tecnico ma privo di velleità. Come da tradizione, dopo la F40 e la F50, si sarebbe dovuta chiamare F60. La voglia di dedicarla a Enzo prevalse anche per scelta di Montezemolo e di suo figlio Piero, vice presidente del marchio.
Sotto al cofano vantava un motore V12 di 65 gradi aspirato in posizione centrale di 5998 centimetri cubici per una potenza di 660 CV. La Enzo numero 400 fu regalata a Papa Giovanni Paolo II nel 2005 e fu battuta all’asta per 6 milioni di euro. Luca Cordero di Montezemolo affermò: “Anche se sono molto attento ai numeri e all’esclusività, ho dovuto prendere atto del fatto che avremmo scontentato troppi collezionisti non aumentando la produzione della Enzo Ferrari“.
Telaio e carrozzeria erano in fibra di carbonio, le sospensioni, invece, a doppio quadrilatero deformabile sia all’avantreno che al retrotreno. L’impianto frenato, in composito ceramica-carbonio, era il non plus ultra a quei tempi. La potenza alle ruote posteriori era amministrata dal conducente attraverso un cambio a 6 marce sequenziale con paddle al volante. Nel retrotreno non c’è un vero e proprio alettone posteriore ma di una piccola appendice aerodinamica che si inclinava una volta raggiunti gli 80 km/h.
Michael Schumacher si dedicò allo sviluppo della vettura e ne ricevette una in dote. Si tratta di un’auto così avanzata sul piano tecnologico che andrebbe guidata con estrema attenzione. Purtroppo un proprietario ha subito un danno durante un trasporto su carro attrezzi. I crash, solitamente, sulle Ferrari avvengono in corsa. Dalla zona posteriore dove è alloggiato il V12 è uscito dell’olio misto con refrigerante. Secondo alcuni appassionati che hanno commentato il video pubblicato su Supercarfails.it potrebbe anche essere guarnizione della testata. Il danno potrebbero essere superiore ai 10.000 Euro.
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