Oggi vi parleremo di una dimenticata casa motociclistica italiana, la Motori Minarelli. Ecco che fine ha fatto ed i dettagli sulla sua storia.
L’Italia ha una grande storia sotto il profilo del mondo dei motori, sia in campo automotive che in quello motociclistico. Al giorno d’oggi, se pensiamo alle due ruote, ci riempiamo d’orgoglio pensando ai successi sportivi della Ducati, che domina la scena da anni in MotoGP, bastonando le giapponesi che un tempo la facevano da padrone. Oggi però, vogliamo parlarvi di un brand meno conosciuto, la Motori Minarelli, fondata nel 1956 a Bologna da Vittorio Minarelli, con sede principale situata a Calderara di Reno.
La Motori Minarelli nacque dalla FBM, acronimo di Fabbrica Bolognese Motocicli, una casa produttrice di veicoli a due ruote fondata nel 1951 da Franco Morini. La FBM iniziò ad abbandonare la produzione di motocicli negli anni Cinquanta, lasciando così spazio alla vera e propria Minarelli. Essa puntò su una ventina di dipendenti e su un impianto di produzione di 2.000 metri quadrati, producendo quasi 20.000 motori all’anno, un dato non da poco considerando che eravamo nel pieno del secondo dopoguerra. Essi erano realizzati sia per uso stradale che per uso agricolo, e venivano esportati in tutto il mondo.
Nel 1967, a causa di una richiesta esagerata di prodotti, la Motori Minarelli fu costretta a trasferirsi nel nuovo stabilimento di Lippo, a Calderara di Rero. Qui c’erano attrezzature tecniche più adeguate e maggiori spazi, portando a produrre la bellezza di 200.000 motori per uso stradale e 50.000 per uso agricolo l’anno durante gli anni Settanta. Dunque, la crescita dell’azienda era stata evidente, ed arrivarono anche dei titoli mondiali di velocità.
Dopo la morte del fondatore, la Motori Minarelli finì nelle mani del figlio Giorgio, che siglò, negli anni Novanta, una joint-venture con la Yamaha, per la produzione di motori a quattro tempi e variatore automatico per gli scooter. Ma al giorno d’oggi, che fine ha fatto questo marchio? La Minarelli è stata acquistata nel 2020 dal gruppo Fantic Motor, che ha acquistato il 100% delle quote dalla Yamaha, e produzione anche ciclomotori e scooter, oltre ad un numero limitato di e-bike.
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