Le industrie dell’Automotive oggi sono piombate in una pazzesca. Nessuno è al riparo da un crollo che potrebbe spazzare via anche storiche realtà nostrane.
Con l’invasione dei nuovi marchi cinesi, oramai, persino i giganti delle quattro ruote europei stanno attraversando una fase di caldo di vendite inedita. Il car market europeo, probabilmente, non tornerà mai più quello di prima del Covid-19. Nel Vecchio Continente c’era una visione piuttosto diversa dell’auto 5 anni fa e nell’epoca precedente. Oggi più che mai è diventata un mezzo per spostarsi da un punto A ad un punto B. Non rappresenta più uno status symbol se non per pochissimi che vivono ancora in realtà ovattate microscopiche. Nelle grandi e medie città si cerca il veicolo più funzionale possibile.
A parità di smartphone su quattro ruote un ragazzo giovane percepirà conveniente un’auto asiatica ibrida o elettrica. Stanno con questa mentalità distorta, frutto anche di una crisi che non mette più l’auto come priorità, venendo meno le certezze dei più grandi player del mercato. Il tracollo delle vendite del Gruppo Volkswagen e di quello Stellantis, i due più grandi incubatori di marchi del Vecchio Continente, ha messo in pericolo il benessere di decine di migliaia di famiglie.
I lavoratori non sono più al sicuro nelle realtà aziendali moderne dell’Automotive. Nel gruppo Volkswagen sta dilagando una guerra ai licenziamenti. Le famiglie Porsche e Piëch vogliono chiudere diversi stabilimenti. I maggiori azionisti non sono convinti del percorso che sta affrontando il colosso di Wolfsburg. La soluzione con i profitti a ribasso, secondo i tedeschi, sarebbe solo quella di fare un bel taglio. Gli eredi del fondatore Ferdinand Porsche ritengono necessario un ridimensionamento per tornare ad essere competitivi.
Gruppo Volkswagen, futuro nerissimo
Ben 3 aziende sarebbero a rischio in Germania e la decurtazione del 10% dello stipendio risulterebbe necessaria. Porsche e Piëch ha già presentato il conto con una svalutazione della partecipazione nella Volkswagen per un valore tra i 7 e i 20 miliardi di euro e di quella in Porsche per 1 o 2 miliardi di euro. Uno schiaffo anche all’elettrico.
Addio ai profitti di 2,4 e 4,4 miliardi di euro con un fatturato di fine anno significativamente negativo. I brand cinesi, con la loro politica d’assalto, stanno facendo dei danni irreparabili nel Vecchio Continente e il tappetto rosso lo hanno steso i burocrati di Bruxelles ai colossi del Paese del Dragone Rosso.