La Lamborghini aveva in programma, per i prossimi anni, l’avvento della sua prima auto elettrica. Ora però le cose cambiano, ecco i motivi.
L’elettrificazione è ormai parte integrante del mondo delle quattro ruote, con i brand che stanno puntando sulle emissioni zero e sui motori ibridi, in modo da rispettare le dure direttive europee. Anche le supercar iniziano ad accogliere queste tecnologie, con la Ferrari che presenterà la sua prima BEV alla fine del 2025. Dal canto suo, la Lamborghini mette a disposizione dei clienti una gamma totalmente Plug-In Hybrid, avendo del tutto escluso i motori puramente termici nel corso dell’ultimo biennio.
La prima ibrida è stata svelata nel 2023, ed è la Revuelto, che ha preso il posto nella gamma dell’Aventador. La trasformazione si è poi completata nel 2024, con l’avvento del SUV Urus SE e della Temerario, quest’ultima prodotta in sostituzione dell’Huracan, dicendo addio al portentoso motore V10 in favore di un V8 turbo, che meglio si integra con i sistemi ibridi. Tornando al 2023, la Lamborghini aveva svelato anche il primo concept di auto elettrica, noto come Lanzador, come base per la BEV del futuro. Ora è arrivata una comunicazione che riguarda il modello di serie, che è stato rinviato nel tempo.
L’anno previsto dalla Lamborghini per la sua prima supercar ad emissioni zero era il 2028, ma ora è stato appena comunicato un cambio di programma. La casa di Sant’Agata Bolognese ha scelto di rinviare di un anno, al 2029 per il momento, l’avvento della sua BEV, come spiegato dal CEO Stephan Winkelmann nel corso delle ultime ore: “Il mercato non è pronto per il nostro tipo di vetture, e non pensiamo affatto che sia tardi presentare una nostra auto elettrica nel 2029. Pensiamo che questo sia il modo giusto per affrontare il futuro del nostro settore“.
Winkelmann ha poi comunicato che tutte le auto del brand verranno prodotte presso il quartier generale in Emilia-Romagna: “Non possiamo neanche pensare che una Lamborghini venga prodotta fuori dall’Italia o da Sant’Agata Bolognese“. Dunque, c’è da stare tranquilli sul fatto che queste vetture da sogno continuino a nascere nei nostri confini, al contrario di altri brand che già hanno da molto tempo abbandonato l’Italia.
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