Nel Vecchio Continente la situazione si sta facendo incandescente tra scontri politici con le istituzioni e richieste dei clienti fuori target.
Nella stanza dei bottoni di Bruxelles si è scelto di inseguire degli obiettivi ecologici che stanno avendo delle pesanti conseguenze sul mercato dell’auto. Difatti, tutti i più grandi produttori di auto al mondo hanno dovuto fare i conti con la transizione elettrica, presentando dei nuovi veicoli alla spina. I veri vincitori di questa era delle quattro ruote sono i brand cinesi. Realtà aziendali che fino a poco tempo non erano conosciuti nemmeno dalla popolazione locale ora dominano la scena mondiale.
Il grosso regalo lo hanno fatto i politici europei che hanno steso un lungo tappeto rosso ai brand stranieri per poi correre ai ripari troppo tardi con dei dazi. La Commissione Europea non sta valutando di modificare le proprie posizioni sul tema abbattimento delle emissioni per le auto, continuando a battere una strada senza inversioni a U. Le conseguenze potrebbero essere devastanti per l’intero car market. A confermarlo ancora una volta è stato il commissario europeo per il clima Wopke Hoekstra che, interpellato dalla Reuters, ha risposto con un secco “No. La risposta è no”. Si continua su proclami green che stanno mettendo a serio rischio anche la posizione lavorativa di migliaia di operai e, conseguentemente, famiglie.
Auto, secco no dell’Europa
Le richieste avanzate dai player dell’industria dell’Automotive ma anche del PPE, il principale gruppo politico che compone il parlamento europeo, sono state bocciate e rispedite al mittente. La campagna per chiedere la revisione dello stop ai motori termici prevista per il 2035, con l’apertura alla neutralità tecnologica, ha dato esiti negativi perché l’U.E. non è disposa a muoversi dalla sua posizione. L’ACEA (l’associazione dei costruttori europei di auto) sta tremando non solo per il 2035 ma anche per il 2025, quando entreranno in vigore le nuove norme per le emissioni di gamma.
La legislazione prevede che la media sia di 114 g/km, dal prossimo primo gennaio invece si abbasserà a 95 g/km. Secondo l’associazione vi saranno sanzioni fino a 15 miliardi di euro per le Case europee. Stellantis è già piombata in una crisi nera. Un ultimo danno che farà, definitivamente, a pezzi il car market nostrano. L’Italia ha preso una iniziativa per cercare di creare le condizioni migliori per evitare un dramma ma il commissario europeo ha minimizzato tali preoccupazioni, sottolineando come le multe siano più basse rispetto a quelle pensate in una prima fase.
Sta di fatto che andrebbero proprio tolte di mezzo perché il rischio che l’Europa si stia autodistruggendo con le sue stesse mani, favorendo l’industria straniera. Secondo i rumor andrebbero calcolate le emissioni su base triennale o congelate le multe per dare più tempo ai protagonista di una industria che sembra piombata in una crisi irreversibile.