Per quanto possa risultare paradossale, dopo la Seconda Guerra Mondiale, vennero studiati progetti nucleare nell’industria dell’Automotive. Scopriamo i motivi del loro fallimento annunciato.
Potremmo ironicamente intitolare quest’articolo “la brillante idea degli anni ’50 e 60” americana e sovietica. In quegli anni pensieri folli pervadevano le menti degli inventori di automobili. Tra loro spicca il nome dell’imprenditore e industriale americano Henry Ford. Seguendo l’onda dell’energia nucleare, Ford mise da parte i motori a combustione interna per un momento allo scopo di sostituirli con un sistema a propulsione nucleare in un progetto clamoroso. Nel 1958 venne presentata Nucleon “l’auto del futuro”, con il suo design accattivante che la rendeva simile ad un aereo e il suo motore a vapore nucleare.
Fortunatamente per la nostra salute la Ford Nucleon è rimasta un modello in scala 3/8. L’immaginazione di Ford era veramente illimitata, egli voleva adattare il sistema che veniva utilizzato nei sottomarini all’epoca alle auto. Pensò ad un sistema di motore a vapore alimentato a fissione di uranio alloggiato nella parte posteriore del Nucleon che aveva più le sembianze di una ruota di scorta. Il reattore avrebbe alimentato due turbine, una che serviva a generare la forza motrice per le ruote e l’altra che invece andasse ad alimentare le luci e le altre funzioni elettriche del veicolo.
La fantastica idea delle auto nucleari
Fu ideato un piano anche per proteggere i passeggeri dalle radiazioni. Ford immaginò che tra i viaggiatori e il piccolo reattore, che era posto nella parte posteriore, vi fosse uno specie di scudo di piombo. Ovviamente questa barriera protettiva non sarebbe stata in grado nemmeno lontanamente di salvare le persone all’interno e fuori dal veicolo considerando la forza di alcuni incidenti. Date una occhiata al video caricato sul canale YouTube CONCEPT CAR.
Per quanto riguarda le prestazioni, si narrava che Nucleon sarebbe stata in grado di percorrere tra le 5.000 e le 10.000 miglia prima di dover essere “ricaricata”. In quell’epoca il vantaggio di non dover fare rifornimento per migliaia e migliaia di miglia era un’idea veramente accattivante negli USA. Lo sarebbe anche ai giorni nostri considerando l’attuale autonomia delle auto elettriche. Relativamente allo smaltimento del materiale nucleare non fu fatta alcuna riflessione. Considerando che ad oggi questo rappresenta il più grande handicap del settore nucleare, possiamo ritenerci fortunati che questa geniale idea non sia andata in porto.