Non è un mistero che l’auto italiana stia vivendo un periodo di grave crisi, ed ora è arrivato un commento molto duro da Carlo Calenda.
L’Italia vive una fase di grave difficoltà per quanto concerne l’industria automobilistica, che è ormai sostanzialmente ridotta a poche centinaia di migliaia di auto che vengono costruite ogni anno. Il governo, non troppi mesi fa, aveva richiesto la produzione di almeno un milione di auto ogni anno, un obiettivo attualmente impossibile da raggiungere. Stellantis ha scelto di tagliare gli investimenti dalle nostre parti sotto la guida di Carlos Tavares, ed è così che ci si è ridotti nella situazione drammatica di cui tutti siamo al corrente.
I licenziamenti sono purtroppo all’ordine del giorno, ed i lavoratori non hanno respiro, costretti a vivere in un clima di profonda incertezza. Il ministro delle Imprese Adolfo Orso ha avuto un colloqui telefonico con John Elkann dopo le dimissioni di Tavares, e l’obiettivo è quello di riportare l’Italia al centro dei piani di Stellantis. Da parte di Carlo Calenda, il leader di Azione, è arrivato un durissimo attacco alle istituzioni ed alla holding multinazionale olandese, a seguito dei fatti avvenuti negli ultimi anni, successi alla morte di Sergio Marchionne. Scopriamo cosa ha dichiarato Calenda nelle ultime ore.
Calenda, attacco totale a Stellantis ed al governo
Ospite al celebre programma di LA7, vale a dire L’aria che tira, il leader di Azione Carlo Calenda se l’è presa con lo scarso potere usato dal governo contro la smobilitazione italiana di Stellantis, affermando: “Urso ha detto che l’Italia deve tornare al centro dei progetti di Stellantis? Ma chi dev’essere a far sì che ciò accada, mia nonna? Peppa Pig? Queste cose deve farle il ministro. Affermare che l’Italia debba tornare centrale nei piani di Stellantis è un’invocazione a Dio? Alla patria? Queste cose mi fanno inca*zare perché ci sono tantissimi lavoratori in difficoltà“.
Calenda ha poi aggiunto: “Guardate che in questa storia se Tavares si è dimesso, dovrebbe farlo anche Urso, o la Meloni dovrebbe mandarlo via a pedate. Se valesse la meritocrazia, per quello che vale nelle azienda sarebbe già fuori. Questo è il paradigma della politica italiana, che dopo la morte di Sergio Marchionne ha venduto la Magneti Marelli, io chiedo di esercitare il Golden Power e di bloccarlo, ma nessuno fa niente. Nel governo Conte hanno dato 6,3 miliardi di euro di garanzia ad FCA con cui si pagano 2,9 miliardi di euro di dividendi e le condizioni che mettono sono labili e non vengono rispettate. Io ho lottato da solo“.