Nell’arco della sua carriera Jorge Lorenzo ha attraversato fasi epiche e momenti piuttosto difficili. L’ex rivale di Valentino Rossi si è lasciato andare a commenti sopra le righe.
A campionato di MotoGP finito tornano in auge i vecchi leoni che, interpellati dai giornalisti, non hanno nessun problema a lasciarsi andare a commenti evitabili. Jorge Lorenzo si è ritirato al termine del 2019 a causa di una scarsa condizione fisica, dovuta a innumerevoli incidenti, e risultati all’altezza di un rookie in sella ad una magnifica Honda RC213V che fece segnare record nelle mani di Marc Marquez.
Gli anni migliori il maiorchino li ha vissuti in Yamaha al fianco di Valentino Rossi. I due diedero vita a battaglie epiche e nel 2015 si ritrovarono uno contro l’altro sino all’ultimo atto del campionato, con un terzo incomodo riconosciuto all’anagrafe con il nome di Marc Marquez. Il decimo riconoscimento iridato sarebbe stato per Valentino Rossi quello della definitiva consacrazione. Non avrebbe avuto il significato dei precedenti, ma lo avrebbe elevato a status di leggenda ineguagliabile.
Al contrato i suoi numeri sono alla portata del neo pilota della Ducati. Lorenzo ha avuto un passato anche in sella alla Desmosedici ma non riuscì a elevarsi sul tetto del mondo. Di recente lo spagnolo è intervenuto alla Gazzetta dello Sport e ha ricordato gli anni mitici vissuti in MotoGP contro avversari di assoluto spessore, tra cui Stoner, Marquez e Pedrosa.
L’ammissione di Lorenzo su Valentino Rossi
“Pedrosa, Marquez e Stoner mi hanno stupito. E Rossi ovviamente – ha annunciato alla Gazzetta il cinque volte campione del mondo – Pedrosa era fortissimo sui 125-250, perché con la sua piccolezza aveva una tecnica pazzesca, soprattutto sfruttava molto il suo peso. Come si suole dire, sollevare la moto era molto difficile. È stato il primo a dirlo in modo così chiaro, poi lo abbiamo copiato tutti con la tecnica“.
“Marc Marquez è una bestia, è l’unico pilota che non ti direbbe che gli piace cadere, perché a nessuno piace cadere, ma lui non ha avuto paura di cadere. Era come un pitbull, voleva sempre vincere, anche se non si sentiva bene. In circuito, anche se la moto non andava bene, aveva un’ambizione enorme, voleva sempre batterti. E credeva anche alle cadute, ma non aveva paura di cadere. Ma è sempre andata bene. Quindi in questo senso è unico“.
“Valentino è completissimo. Come persona, ovviamente molto intelligente, molto carismatico, un grande pioniere. Un pilota che sapeva improvvisare molto con la moto, quando era in gara. Non aveva una qualità eccezionale, ma era molto completo“, ha spiegato Lorenzo.