La Casa piemontese in passato ha stupito per innovazioni che hanno lasciato un segno indelebile nel cuore dei fan. Scopriamo il render della nuova Lancia Aurelia.
Dal 1950 al 1958 chi aveva una Aurelia poteva ritenersi un signore molto fortunato. Durante la seconda Guerra Mondiale, Gianni Lancia iniziò a elaborare dei progetti che avrebbero rappresentato una rivoluzione. Iniziò ad addentrarsi negli studi della trazione posteriore, o meglio centrale-posteriore, dopo alcune esperienze negative nella guida di vetture con trazione anteriore.
Nel 1948, a conflitto bellico concluso, venne realizzato un prototipo, chiamato A10, con un motore a 8 cilindri a V di 90° di circa 2 litri di cilindrata erogante, con un carburatore Weber doppio corpo, una potenza di base di 70 HP a 4900 giri. Questo motore dal peso piuma (150 Kg) venne creato totalmente in lega leggera con camicie umide, camere di combustione emisferiche, e con una distribuzione ad aste e bilanceri comandate da albero a camme centrale.
La Lancia Aurelia rivive in un nuovo progetto
L’auto storica aveva un abitacolo inedito con tre posti anteriori (con il guidatore in posizione centrale) ma alla fine fu scelta un Aurelia meno elaborata e costosa. In origine, la Lancia Aurelia era un modello di lusso impreziosito dalle intuizioni di Felice Mario Boano della Ghia per la coupé B20 e di Pininfarina per la decappottabile B24. Venne prodotta nella variante berlina a quattro porte, coupé GT a due porte (B20), e anche spider/decappottabile a due porte (B24), oltre ai telai nudi che potevano essere usati da vari carrozzieri.
La vettura venne chiamata come un’antica strada romana, la Via Aurelia tra Roma e Pisa. Sotto il cofano spiccava uno dei primi motori V6 di serie al mondo sotto la direzione dell’ingegnere Vittorio Jano. È stata anche tra le prime auto a utilizzare pneumatici radiali come equipaggiamento standard. La Lancia, ai tempi, era un marchio prestigioso che sfidò persino Ferrari in molte gare iconiche, come la Mille Miglia.
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Una versione moderna è stata creata dal maestro dei pixel della pagina IG Cardesignworld. Più che una Lancia sembra una Rolls-Royce. Date una occhiata anche alla nuova Delta. L’autore è “sempre stato affascinato dalle proporzioni e dal carattere dell’auto originale, con i quattro fari iconici, un cofano lungo e un posteriore più compatto, che trasmettevano una sensazione di potenza e agilità. L’auto sembrava pronta a scattare in movimento, anche da ferma. Un (vero) simbolo di modernità, rinascita e status sociale“.