FIAT, il flop più grande della storia: l’auto che stava mandando Elkann e gli Agnelli in bancarotta

La FIAT oggi ha preferito non discostarsi troppo dalla tradizione, non assumendosi dei rischi. In passato il brand torinese ha lanciato vetture che non hanno avuto il successo atteso.

Se non fosse per le soluzioni ibride o full electric, il listino della FIAT potrebbe apparire quello di 40/50 anni fa. All’appello c’è la Topolino, la 500, la 600 e la Panda, ma a cambiare tutto è stato l’accordo tra FCA e PSA che ha portato alla creazione del Gruppo Stellantis. Nonostante la proprietà si sia spostata verso la Francia, il brand torinese rimane uno dei marchi più rilevanti. In oltre un secolo di storia sono state realizzate vetture top che hanno permesso agli italiani di guidare dopo i difficili anni della guerra.

FIAT, il flop più grande della storia
Il flop della FIAT (Ansa) Quattromania.it

C’è stata un’epoca in cui la FIAT avrebbe voluto sfidare i colossi europei dell’Automotive. Il successo impressionante della Volkswagen Golf spinse i designer del brand piemontese a elaborare un modello che avrebbe dovuto concorrere con la compatta tedesca di segmento C. Quando venne presentata la Stilo il pubblico rimase a bocca aperta, nel senso negativo del termine. La vettura lanciata sul mercato nel 2001 era, veramente, sgradevole.

La Stilo venne commercializzata, sin dall’inizio, in due varianti di carrozzeria, nettamente differenti tra loro nella parte posteriore: più slanciata e sportiva la 3 porte, più “familiare” la 5 porte, che la faceva apparire una monovolume di medie dimensioni. All’inizio i motori disponibili erano tre unità a benzina (un 1.600 cm³ 16 valvole da 103 cavalli, un 1.800 cm³ 16 valvole da 133 cavalli e un 2.400 cm³ 20 valvole da 170 cavalli per l’allestimento sportivo Abarth), e una a gasolio (il turbodiesel 1.910 cm³ JTD da 115 cavalli). Nel gennaio 2002 arrivarono il 1.200 cm³ a benzina da 80 cavalli con cambio a 6 marce e un 1.910 cm³ JTD depotenziato di pari potenza.

Il fallimento della FIAT

Con la Stilo la Casa torinese perse oltre 2 miliardi. Il motivo? Il problema principale risiedeva nella tecnologia proposta. Per pareggiare la proposta teutonica, sulla Stilo vennero introdotte diverse tecnologie, a partire dal cruise control con radar, i sensori di parcheggio, il navigatore con schermo a cristalli liquidi, il tetto apribile con scorrimento a listelli in cristallo, numerosi controlli elettronici e un quadro strumenti con uno schermo digitale al suo interno.

Il fallimento della FIAT
Frontale FIAT Stilo (Ansa) Quattromania.it

Rispetto al passato, a causa delle novità introdotte, venne registrato un aumento di prezzo, peggiorando la situazione. Nel 2005 arrivò una nuova versione e secondo i piani dell’azienda avrebbe venduto 20.000 unità ogni anno. In 9 anni vennero, invece, acquistate solo 790.000 esemplari. Per la FIAT fu un buco clamoroso che aprì uno squarcio risolto anni dopo, grazie alle manovre finanziarie di Marchionne.

Gestione cookie