Il mercato dell’Automotive, difficilmente, tornerà al periodo florido pre-covid. Le vendite sono crollate anche a causa di una omologazione dei top brand.
Svanito l’effetto degli incentivi l’industria nostrana dell’Automotive è crollata dopo dei flebili segnali positivi. A ottobre 2024 il mercato italiano dell’auto ha segnato appena 126.488 immatricolazioni, in ribasso del -9,1% rispetto a ottobre 2023, dove si era totalizzato un numero di 139.078 unità. Nei primi 10 mesi del 2024 i volumi complessivi si attestano a 1.328.663 unità, in rialzo di appena il +1% rispetto a gennaio-ottobre 2023, anno di ritorno alla normalità.
Dopo la crisi che ha colpito l’Automotive a causa della carenza dei microchip e altri elementi essenziali che hanno dilatato i tempi di consegna, il rialzo dei prezzi e la crisi economica hanno segnato un crollo verticale. Gli ultimi anni sono stati tra i peggiori che la filiera abbia vissuto nel nuovo millennio e le prospettive non sono positive. Partiamo dal presupposto che gli italiani stanno vivendo una fase di crisi profondissima e il cambio d’auto non è più una priorità.
Gli effetti di questo decadimento hanno provocato l’esigenza per tutti i marchi di correre ai ripari con collaborazioni che hanno generato un omologazione inquietante tra tutti i veicoli. La maggior parte delle vetture del Gruppo Stellantis, ad esempio, sono costruite sulla stessa piattaforma per risparmiare. Le auto hanno componenti in comune e lo stesso discorso vale per il Gruppo Volkswagen.
Antonio Ghini ha lavorato per oltre due decenni alla Ferrari, occupandosi anche di comunicazione e brand management. Oggi è impegnato nella comunicazione di TCCT, The Classic Car Trust, società che coordina i maggiori collezionisti di auto storiche al mondo. Il professionista ha fatto il punto sulle tecnologie attuali con una analisi lucida sul decadimento della personalità delle vetture di questa generazione.
“Le automobili oggi sono tutte uguali, sono preda di un marketing copia e incolla. A parità di segmento variano principalmente per prezzo e per il marchio che portano sul cofano. Per emozionare e appassionare ci vuole altro. Per le mie tante esperienze in questo mondo posso dire che è necessario tornare ad osare nei prodotti come nella comunicazione”, ha commentato Ghini in una intervista al Foglio Quotidiano. Occorre trovare delle nuove idee per risultare originali nel car market attuale, ma nel momento in cui la politica ha ridotto le vetture a smartphone su quattro ruote tutto il fascino di un abitacolo old school è venuto meno.
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