Al giorno d’oggi, si cerca qualsiasi metodo pur di riuscire ad intascare qualche soldi in più. Andiamo a scoprire i dettagli sulla truffa del casello.
Non c’è mai fine al peggio ed alle soluzioni che i malviventi possono trovare per riuscire a rubare qualche soldo, ed oggi vi parleremo di una vicenda che non ha davvero precedenti. Il tutto è stato raccontato sulle colonne del sito web “Virgilio.it“, dove è stato dato anche un nome a questo nuovo metodo criminale. Si tratta della cosiddetta truffa del casello, che consentiva di rubare i soldi del pedaggio autostradale, che come ben sappiamo, in Italia è piuttosto salato.
Ciò significa che gli importi presenti nelle varie macchine erano davvero parecchi, ed i criminali che sono entrati in azione avevano trovato un metodo geniale per entrare in possesso del denaro. A questo punto, andiamo a scoprire in cosa consiste la truffa del casello, con i colpevoli che sono stati fortunatamente fermati, impedendo di continuare a compiere i loro reati. Non crederete ai vostri occhi una volta scoperto il loro magheggio.
Truffa del casello, ecco cosa facevano i colpevoli
La Corte di Cassazione ha emesso ufficialmente la propria sentenza contro una donna nota come A.M.M., queste le sue iniziali, mentre il nome intero non è stato rivelato. Nel corso degli accertamenti che sono stati svolti dalle autorità, è stato trovato un sistema di appropriazione indebita, che ha visto protagonisti anche due complici, dando vita alla truffa del casello. Il tutto è avvenuto presso il casello di Assago, alle porte di Milano, e tutto ciò non ha fatto altro che scatenare polemiche e causare forti dubbi sulla gestione degli incassi da parte di coloro che operano sulla rete autostradale.
La notizia è stata analizzata anche da “Casertanews“, secondo cui i malviventi avevano messo in atto pratiche e raggiri, in modo da rubare tutti gli incassi dei pedaggi autostradali. Si operava tramite l’offuscamento delle barriere ottiche, evitando così la registrazione dei veicoli che stavano transitando in quei momenti, sfruttando una grave falla nel sistema. In questo modo, il sistema di rilevamento automatico non segnalava il passaggio delle auto. In buona sostanza, è come se quelle auto non fossero mai transitate, non pagando alcun pedaggio. La tesi difensiva è stata respinta dalla Cassazione, ed ogni tipo di ricorso è stato giudicato inammissibile. Vedremo se questa vicenda porterà ad un inasprimento dei controlli.