I motori termici sono a rischio sparizione, ma la Bentley ha dimostrato che c’è ancora una speranza per salvarli. Ecco la grande impresa compiuta.
Si parla da tempo del ban ai motori termici, che avverrà a partire dal 2035 in Europa, quando sarà vietata la loro vendita e la loro produzione. Tuttavia, a causa della penuria di vendita delle auto elettriche, le cose potrebbero cambiare, con l’Europa che sta valutando l’apertura agli e-fuels, nei quali credono le case tedesche ed anche la Bentley, noto costruttore di auto di lusso ad alte prestazioni britannico, che vanta una storia di successo anche nel mondo del motorsport.
Insomma, parliamo di un brand che di vetture performanti se ne intende, e che ha deciso, tramite una prova speciale avvenuta in questi giorni, di provare il grande potenziale degli e-fuels e dei motori termici spinti da questo combustibile meno inquinante. A questo punto, andiamo a vedere quale tipologia di test è stato svolto dalla spettacolare Bentley Continental GT Speed, probabilmente l’auto più performante di tutta la gamma. Il risultato è stato a dir poco notevole.
L’obiettivo degli e-fuels è quello di proseguire l’utilizzo dei motori termici tramite carburanti che siano meno inquinanti e che possano produrre un numero inferiore di emissioni complessive. Ebbene, ben 157 ospiti da tutto il mondo sono giunti in Svizzera per l’unveiling ufficiale della nuova Bentley Continental GT Speed di quarta generazione, che viene spinta, appunto, dagli e-fuels. In questa prova sono state impiegate ben 12 GT Speed, in un percorso che ha unito quattro famosi passi di montagna, composti da ben 4.500 tornanti in totale.
Tutta la prova è stata svolta in 12.900 km in sette giorni, ed è qui che arriva il risultato più sorprendente. Infatti, secondo la Bentley c’è stata una riduzione del 30% dell’impatto complessivo di carbonio per ogni ospite, ed è stato utilizzato un e-fuel del tutto sintetico, sviluppato da un consorzio internazionale. Alla sua guida c’è Highly Innovative Fuels Global, sostenuta da Porsche. Tale carburante viene prodotto nell’impianto Haru One nella regione di Magallanes, in Cile. Un particolare processo di birrificio si occupa di catturare la CO2 biogenica, e viene combinata con l’idrogeno creato dall’elettrolisi dell’acqua, creando del metanolo. Ecco, in seguito, viene raffinato in benzina. La miscela imbarcata sulle vetture è composta per il 75% da e-fuel e per solo il 25% da benzina, ed il risultato è stato notevole.
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