Giorgia Meloni è tornata sull’argomento più caldo dell’industria dell’Automotive. Le sue parole non passeranno inosservate all’UE.
Il mondo dell’auto si sta avviando ad una dead line che farebbe salire un brivido lungo la schiena agli straordinari imprenditori italiani dell’industria delle quattro ruote, come Gianni Agnelli e Enzo Ferrari. Il settore verrà sconvolto dall’arrivo di una nuova ondata di marchi stranieri che stanno già assumendo un ruolo di primo piano sul mercato delle vetture elettriche. Tra 11 anni, infatti, nella stanza dei bottoni dell’Unione Europea si è deciso di fare un grosso regalo all’industria straniera, in particolare asiatica, obbligando le case costruttrici a prepararsi allo stop della commercializzazione di vetture a benzina e diesel, ibride comprese.
Il tema sta assumendo delle implicazioni importanti anche in chiave lavorativa. Tantissimi rischieranno di perdere il posto di lavoro con la transizione elettrica. Inoltre, le EV non piacciono e non si vendono sul mercato italiano. La carenza di colonnine di ricarica, sin qui, ha giocato un ruolo importante, ma ancor più grave è il prezzo proibitivo anche di citycar alla spina. La situazione si sta facendo sempre più complessa e diversi brand sono stati costretti a correre ai ripari, facendo un passo indietro nella corsa all’oro elettrico. Alcuni marchi sono arrivati a rispolverare con successo il GPL.
La premier è intervenuta, a modo suo, in occasione delle recenti comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo. Come riportato dalle agenzie di stampa, Giorgia Meloni ha annunciato: “si deve avere il coraggio di riaprire la partita e perseguire la strada della neutralità ecologica, sostenendo filiere come quella dei biocarburanti, in cui l’Italia e l’Europa possono giocare un ruolo da protagonista”. Attenzione, quindi, agli obiettivi ecologici ma la neutralità tanto agognata in sede europea si potrebbe raggiungere anche con una transizione con l’uso dei biocarburanti, inizialmente bocciati dall’UE.
In merito Giorgia Meloni ha aggiunto: “È necessario porsi la questione di come finanziare gli investimenti verso un Automotive più pulito, di come sostenere l’innovazione, di come garantire una sempre maggiore autonomia strategica, costruendo catene del valore europee per non consegnarci a nuove, pericolose, dipendenze“. Pochi mesi fa la premier aveva lasciato intendere che uno stop definitivo alla vendita delle auto con motori termici non avrebbe senso. Importanti esponenti dell’esecutivo sono arrivati a definire lo stop voluto dall’UE come una”follia ideologica“. Una posizione chiara che ha già fatto avanzare ipotesi di un posticipo della disposizione che potrebbe mettere in ginocchio numerose famiglie.
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