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Attentato Ankara, cosa produce l’azienda sotto attacco: perché fa così paura l’assalto alla Tusas e ai tecnici italiani Leonardo

Ankara è letteralmente blindata dopo l’attentato di qualche ora. Scopriamo cosa produce l’azienda sotto attacco.

Sono momenti di grande panico vicino ad Ankara, in Turchia, dove si sta consumando l’ennesimo terribile attentato. Intorno alle 16, ora locale, a 50 km circa dalla capitale, è scoppiato l’inferno. Subito sono intervenute le forze di sicurezza turche che hanno ucciso due terroristi. Il tutto si è consumato negli impianti Tusas, dove si trovavano anche 8 tecnici italiani della Leonardo.

Attentato Ankara (ANSA) – Quattromania.it

Secondo quanto riportato dall’emittente Ntv sarebbe in corso uno scontro a fuoco e ci sarebbero anche degli ostaggi, insomma una situazione davvero terribile. Per il momento il bilancio è di 4 morti e 14 feriti, ma potrebbe purtroppo peggiorare. A quanto pare nel commando d’assalto ci sarebbe anche una donna. Secondo una prima ricostruzione gli attentatori si sarebbero presentati ai cancelli facendo esplodere un veicolo per poi avviare un conflitto a fuoco.

Leonardo e Tusas cosa sono e perché preoccupa un attacco a loro

L’attacco in questione preoccupa in special modo per dove si è verificato. Gli impianti Tusas, infatti, non solo si occupano di produrre aerei ad uso civile, ma anche i famosi F-16. All’interno dell’azienda inoltre, grazie ad un accordo di vecchia data, vi sono anche tecnici della Leonardo, che da quanto è emerso sono già stati tratti in salvo.

Attentato Ankara (ANSA) – Quattromania.it

Nella fattispecie la Leonardo è una delle aziende italiane più importanti a livello mondiale, specializzata nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza. Il suo maggiore azionista non a caso è il Ministero dell’economia e delle finanze, che ne possiede il 30%. Allo stato attuale la Leonardo è la 14a impresa di difesa a livello mondiale ed è al secondo posto tra quelle dell’Unione Europea. Dalla difesa arriva il 75% del suo fatturato.

La Tusas, invece, è di proprietà al 54,5% da una Fondazione delle forze armate del paese e il restante 45,55 dall’Agenzia nazionale per l’industria della difesa. Insomma stiamo parlando di due veri e propri colossi della difesa internazionale. Sembra chiaro che l’attacco terroristico, specialmente in un luogo come quello, metta tutti in allarme. In quegli uffici, infatti, ci sono custoditi segreti e documenti che nelle mani sbagliate potrebbero creare non pochi problemi agli apparati militari internazionali. Al momento non si conosce ancora la matrice dell’attentato. Si spera di avere notizie più precise nelle prossime ore e che questi malviventi non abbiano messo le mani su qualcosa di pericoloso.

Antonio Russo

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