La Ferrari si è dimostrata di gran lunga la macchina migliore ad Austin, su una pista difficile e tecnica. Ecco perché il costruttori è possibile.
Il Gran Premio degli Stati Uniti ha regalato uno scenario che neanche il più ottimista dei tifosi e dei membri del team avrebbe potuto mai sognare. La Ferrari ha dominato la scena ad Austin, con Charles Leclerc che ha guidato la doppietta davanti a Carlos Sainz, nel secondo 1-2 stagionale per il Cavallino, il terzo di sempre per questa coppia. La SF-24 è stata irresistibile e l’unico neo è stata la qualifica, a cui i due piloti hanno posto rimedio con una partenza eccezionale.
Pur non portando alcuno sviluppo ad Austin, la Ferrari si è esaltata sui curvoni veloci, a conferma di quanto gli upgrade introdotti a Monza abbiano risolto il problema del porpoising, che aveva prodotto una fase di crisi tecnica nel corso dell’estate. In poche parole, su una delle piste più probanti in assoluto, che non mente sul reale potenziale delle monoposto, la Scuderia modenese ha dominato, riportandosi a -48 punti dalla McLaren nel mondiale costruttori. Con un passo di questo tipo, sognare non è affatto vietato.
Ferrari, tutte le occasioni da cogliere nel finale di stagione
La Ferrari dovrà scrollarsi di dosso la maledizione delle vittorie per poter inseguire il titolo costruttori. Quest’anno, così come in passato, è stato mancato quel decisivo passo in avanti a seguito di alcuni successi, come accaduto dopo Monte-Carlo, quando si andò in Canada ed il week-end si rivelò un disastro. A pesare ci sono anche le occasioni perse di Baku e Singapore, che non hanno fatto seguito al meglio al trionfo di Monza, come se il Cavallino avesse “paura” di azzeccare lo step decisivo verso la vetta.
Con 5 gare dal termine e 2 Sprint Race, tutto ciò non è più permesso, anche perché l’auto, adesso, è davvero pronta per stare al top. La SF-24 è stata velocissima sia su piste atipiche come Monza, Baku e Singapore, che su una tecnica come Austin, mostrandosi competitiva in ogni aerea: velocità di punta, percorrenza di curve a media, bassa ed alta velocità, trazione ed anche gestione della gomma, facendo la differenza sui rivali.
Nelle prossime piste, considerando ciò che si è visto tra settembre ed ottobre, il Cavallino potrà essere forte ovunque, anche se quest’anno, come sappiamo, fare pronostici è piuttosto complicato. In Messico c’è da aspettarsi una McLaren al top, visto che si correrà con una configurazione da alto carico aerodinamico, come in Ungheria ed a Singapore, dove le MCL38 hanno dominato la scena. Occhio anche alla Red Bull, che grazie al turbo Honda, ad oltre 2.000 metri di altitudine, potrebbe avere un vantaggio.
Si andrà poi ad Interlagos, dove è prevista la penultima Sprint Race, un tracciato che potrebbe sorridere alle caratteristiche della Ferrari. La tappa più favorevole di questo finale dovrebbe essere Las Vegas, dove contano efficienza e trazione, ma anche una buona percorrenza delle curve lente. La più difficile, almeno a guardare i risultati dello scorso anno, è il Qatar, dove la Rossa soffrì nei curvoni a causa del forte vento, ma sappiamo che la SF-24 è molto più stabile in queste condizioni. Abu Dhabi, dove si terrà il gran finale, è un’altra pista dove la Rossa potrà dire la sua, nella speranza di arrivare a quell’appuntamento con le carte in regola per riprendersi il mondiale.