Tutti i gruppi europei, Stellantis in primis, stanno iniziando ad avvertire sui rischi dello sbarco dei brand cinesi sulle nostre strade.
Si potrebbe parlare di invasione incontrollata e, per una volta, il riferimento non è allo sbarco di migranti nel Vecchio Continente. Il mercato dell’Automotive 2.0 sta stravolgendo i paradigmi storici e le certezze dei top brand che per oltre un secolo avevano dominato la scena, crescendo a dismisura. Dopo l’inevitabile fusione tra marchi, come accaduto con FCA che si è unita a PSA per la creazione di Stellantis, altri gruppi stanno attraversando una fase di riassetto collaborativo con lo spettro dell’avanzata cinese.
I politici europei avrebbero dovuto pensarci prima di rendere l’automobile un banale mezzo per spostamenti da un punto A ad un punto B, in salsa elettrica. Con la diffusione di EV si è fatto un enorme regalo ai Paesi asiatici, Cina in primis, produttori delle batterie agli ioni di litio. Le terre rare del Paese del Dragone Rosso sono determinanti per la produzione delle auto elettriche perché servono per i magneti ad alte prestazioni dei motori. Di conseguenza sono iniziati a sbucare come funghi nuovi brand che hanno stravolto l’industria automobilistica mondiale.
Persino major della telefonia si sono lanciati nella transizione elettrica dell’automobile. La dead line del 2035 sulla produzione di auto termiche determinerà un ulteriore colpo alla precaria condizione di molti marchi europei che hanno costruito la loro fama sui motori a combustione interna. Al Salone di Parigi un grido di allarme lo ha lanciato l’amministratore delegato della BMW, Oliver Zipse. Quest’ultimo, come riportato su AlVolante, ha tuonato: “Con i presupposti attuali, le misure decise dall’Unione europea porteranno a una massiccia riduzione della produzione di automobili“.
Europa sempre più a picco nell’Automotive
Per fronteggiare l’avanzata cinese molti gruppi europei si sono lanciati sulla produzione di auto elettriche piuttosto care. Il risultato? Poche vendite e una inevitabile marcia indietro. L’unico modo per ridurre la dipendenza dalla Cina per le importazioni delle batterie sarà quello di rivalutare, completamente, “l’obiettivo del 100% di veicoli elettrici a partire dal 2035“. Alla kermesse parigina si è parlato anche della questione dazi.
I dazi proposti dalla Commissione ai danni dei costruttori cinesi, in particolare, secondo l’a.d. di Stellantis, Carlos Tavares, avranno un effetto devastante, portando ad una rapida chiusura degli stabilimenti in Europa, favorendo ulteriormente l’industria asiatica. In Francia, Peugeot e Renault, avevano lanciato l’allarme nei mesi scorsi ma non pare esserci più possibilità di fermare una emorragia che sta mettendo a rischio, lavorativamente, il futuro di milioni di famiglie europee.