Vi sono scomparse che hanno un peso specifico superiore per il lascito indelebile e l’importanza in uno specifico ambito. Non nascerà un nuovo Ratan Tata.
Se l’India è diventata un player nell’industria 2.0 dell’Automotive lo deve a Ratan Tata. Il nativo di Mumbai era nipote di Jamshedji Tata, fondatore del gruppo nonché discendente di una famiglia di antica origine parsi. Il divorzio dei genitori segnò le scelte sentimentali dell’indiano che, dopo gli studi superiori completati in India, si laureò alla Cornell University di Ithaca, negli USA.
A 25 anni entrò in azienda con un ruolo dirigenziale presso le acciaierie del gruppo a Jamshedpur. Leader nato dimostrò di avere delle capacità intellettive fuori dall’ordinario. Da dirigente divenne il Presidente della Tata Industries a 44 anni. Nel corso della sua epopea ingigantì la holding, acquisendo altri rami d’azienda a livello mondiale, come la ditta automobilistica Jaguar Land Rover e la seconda azienda mondiale produttrice di té, la Tetley.
Nel 2012 lasciò la presidenza per poi ricoprire, ad interim, da ottobre 2016 a febbraio 2017 il ruolo di Presidente del Gruppo più potente dell’India. Dopo l’esperienza del divorzio dei genitori decise di non sposarsi mai. Nel 2011 dichiarò: “Mi sono avvicinato al matrimonio quattro volte e ogni volta mi sono tirato indietro per paura o per un motivo o per l’altro“.
L’imprenditore e principale azionista della Tata è morto all’età di 86 anni il 9 ottobre 2024. Si trovava in terapia intensiva in un ospedale di Mumbai, dove era stato ammesso pochi giorni prima, ufficialmente per una serie di test. Ora l’india, sul piano economico, è una realtà. Se possa diventare la nuova Cina non ci è dato saperlo, ma se ha avuto uno sviluppo così rapido negli ultimi 50 anni lo deve ai mezzi di trasporto Tata.
Tata è riuscito a prendere il controllo di due dei più importanti marchi britannici della storia, Jaguar e Land Rover, salvandoli da una crisi irreversibile. Come riportato da Autocar ai tempi dichiarò “Crediamo che sia dovere di chiunque ne sia il proprietario coltivare l’immagine, conservarne lo stile e la sensazioni che danno, e non modificarli. Sono marchi britannici e dovrebbero rimanere britannici. Chi ne è effettivamente il proprietario non dovrebbe essere molto importante nel modo in cui funzionano“. Il Gruppo Tata era stato fondato dal nonno nel 1962, ma è solo grazie a Ratan che è diventato uno dei più solidi al mondo. In India è un po’ come la FIAT in Italia, con le dovute proporzioni.
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