Un vecchio metodo di marketing permette ai clienti di credere di pagare l’auto meno di quanto, realmente, costa.
L’industria delle auto elettriche ha sconvolto anche quella delle vetture con motori tradizionali. I prezzi sono schizzati alle stelle e i motivi sono tantissimi. Da bene del popolo sono diventati un oggetto di culto, sempre più inaccessibile. Persino le vetture elettriche di segmento A e B sono carissime. Di conseguenza sempre meno auto sono state vendute.
Il rialzo clamoroso dei prezzi negli ultimi anni non ha precedenti storici. Una analisi di Transport&Environment ha spiegato cosa è accaduto al mercato con un esempio lampante. La Volkswagen Golf, uno dei modelli più venduti in Europa, costava la metà venti anni fa. Nel 2004 una Golf 5 in versione base si aggirava intorno ai 15.950 euro. Nel 2014 il prezzo della Golf 7 partiva da 17.650 euro, con un aumento del 10,6%. Fin qui nessuna sorpresa, anche per gli aggiornamenti riportati. Nel 2024 la Volkswagen ha deciso di mettere sul mercato l’ultima serie a 30.150 euro, un incremento del 70,8% sul 2014 e un +89% sul 2004. La GTI raggiungere una cifra altissima.
Il Gruppo Volkswagen nuota in acque migliori oggi? E’ il doppio più ricca? La risposta è negativa perché la crisi dei microchip ha fatto stragi. Per di più il gruppo di Wolfsburg è stato punito per lo scandalo del dieselgate. L’avanzata elettrica, dopo un hype iniziale, non ha dato i risultati sperati. Con il contestuale aumento delle materie prime si sono vendute meno auto. Inoltre, le normative ambientali, gli aiuti alla guida e i sistemi di sicurezza hanno fatto aumentare il prezzo tantissimo. Con lo scoppio della pandemia e l’invasione russa in Ucraina c’è stata un’altra contrazione. Si è avuto un progressivo rallentamento della produzione di semiconduttori.
Il segreto dei prezzi delle auto
Con una diminuzione della richiesta delle auto nuove, i prezzi sono schizzati alle stelle. Le factory di produzione dei circuiti integrati, per la maggior parte concentrati in Paesi orientali come la Cina, Taiwan e Corea del Sud, hanno portato i produttori europei ad avere tantissimi problemi. Il costo dell’acciaio, dell’alluminio, del rame e delle materie plastiche è stato un fattore, ma anche il trasporto, la logistica, il lavoro dipendente ha subito uno scossone.
Il calo delle vendite di auto, iniziato proprio nel 2020, non è ancora tornato ai livelli pre Covid-19 e, difficilmente, tornerà. I produttori continuano ad usare un vecchio trucco di marketing che funziona. Inserendo ad esempio 9.990 euro psicologicamente il cliente crede che la nuova vettura gli venga a costare 9mila euro ma in realtà, con 10 euro in più, sarebbero ben 10mila euro.