Le auto elettriche non decollano, con una serie di effetti a catena che stanno paralizzando il mercato. L’ultima notizia è molto preoccupante.
Brutte notizie a raffica per il mondo delle auto elettriche, la cui missione di imporre un dominio sul mercato sta affondando sempre di più. Le BEV non attraggono i clienti e le vendite non salgono come previsto, anzi, in molti casi stanno continuando a diminuire, costringendo i costruttori a rivedere i loro piani. Per tale ragione, molti sono tornati ad investire nei motori termici ed ibridi, come Mercedes ed Audi, che in un primo momento stavano destinando più risorse alle nuove tecnologie.
Le auto elettriche faticano a causa di prezzi di vendita troppo elevati, ma anche per via della loro autonomia ancora troppo ridotta e dei tempi di ricarica lunghi. Inoltre, va aggiunta la perdita di valore che emerge dopo un chilometraggio non elevatissimo. Tutto ciò ha prodotto una crisi anche nei produttori di componenti, come un noto colosso che si occupa di batterie, e non è di certo l’unico.
Le auto elettriche sono alimentate da un motore ad emissioni zero (o anche più di uno) e dalle batterie, ed i produttori di queste ultime, a causa della crisi di vendita e del calo della produzione, stanno attraversando una crisi profonda. Ora è la Northvolt a vedersela molto male, tagliando del 20% la sua forza lavoro a livello globale, una riduzione drastica che arriva da parte di uno dei maggiori produttori mondiali di batterie. La casa svedese, dunque, sta mettendo a rischio un gran numero di posti di lavoro.
Secondo quello che emerge, sarebbero ben 1.600 i posti di lavoro che potrebbero saltare, uno scenario che rende bene l’idea di quanto le auto elettriche stiano causando problemi non da poco. Northvolt è un’azienda svedese che ha avviato un vero e proprio piano di ristrutturazione per far fronte alla situazione di emergenza, ed ha bloccato anche i piani di espansione per la sua fabbrica di celle a Skellefteà.
Inoltre, sono stati bloccati anche i progetti per la produzione di materiale catodico, così come quelli relativi alla produzione di sistemi di accumulo delle batterie in Polonia. La forza lavoro verrà ridotta del 25% in Svezia e, come anticipato, del 20% a livello globale, un aspetto che non va sottovalutato nell’ambito di una situazione di crisi totale per le emissioni zero.
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