Nel Vecchio Continente poche auto hanno lasciato il segno come la compatta di Casa Volkswagen. I vertici hanno preso una decisione inaspettata.
Tira un brutta aria nel quartier generale di Wolfsburg. Dopo aver creato uno scandalo mondiale con il dieselgate, i tecnici della Volkswagen hanno cercato di ripulirsi con il lancio di un gamma di vetture elettriche che non ha convinto. La ID.3 avrebbe dovuto rappresentare l’auto del popolo ma non è piaciuta alla massa.
Le auto elettriche in Europa non tirano. Piuttosto che spingere sui masterpiece del passato, in Volkswagen hanno deciso che era arrivato il momento di dire stop alla sua leggendaria entry level. La Polo non sarà più prodotta in Europa. Per risalire al primo modello occorre tornare indietro di quasi mezzo secolo. Correva l’anno 1975 quando venne proposta sul mercato. Insieme alla Golf, che aveva esordito un anno prima, e alla Passat, la piccola di casa VW ha fatto segnare dei numeri stellari.
La Polo di prima generazione, presentata nel 1975, era una vettura costruita sulla base dell’Audi 50, con la quale condivideva molti elementi tecnici nonché anche il nome in codice Typ 86. La Polo risultava più economica e spartana rispetto alla 50. Le due vetture furono vendute, congiuntamente, ma l’Audi 50, a causa delle vendite al di sotto delle aspettative, venne tolta dal mercato nel 1978. Nel segmento B la Polo si è collocato al di sotto della media Golf.
Dopo oltre 8,4 milioni di esemplari venduti e record ottenuti, la Polo non sarà più prodotta. Una decisione che ha colto di sorpresa i puristi. Una presa di posizione nata anche dalla condizione in cui versa il marchio di Wolfsburg. Dopo i 90.000 esemplari immatricolati ad inizio 2024, si è optato per chiudere un passato di grandissime gioie per puntare ad una nuova era. La scelta di realizzare la Polo in Sudafrica, precisamente nello stabilimento di Kariega, è stata presa per contenere i costi.
Persino la potente Germania è piombata in una crisi che sembra irreversibile. Tantissimi major stanno spostando le proprie produzioni in Paesi stranieri. La virata verso l’elettrico, per ora, non ha dato gli esiti sperati. L’unica certezza è puntare sui SUV. Il prossimo capitolo si chiamerà ID.2all e sarà immesso in quella fascia della gamma che dovrebbe rappresentare l’entry level elettrico. Dovrebbe avere un prezzo di partenza inferiore ai 25.000 euro, ma sarà l’ennesimo tentativo di spingere una tecnologia che non ha ancora preso piede in Europa.
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