Gianni Agnelli ha legato il proprio nome a marchi come la FIAT e la Ferrari, ed oggi vi parliamo di un modello davvero unico.
Tra Gianni Agnelli e la Ferrari c’è sempre stato un rapporto d’amore, tant’è che fu lo stesso Avvocato a convincere il Drake a far entrare la sua azienda all’interno del gruppo FIAT, alla fine degli anni Sessanta. Nella giornata di oggi, vi parliamo della meravigliosa 166 MM appartenuta proprio al grande imprenditore, un capolavoro assoluto che ha scritto la storia anche nel mondo delle corse.
Nel garage dell’Avvocato ha trovato posto anche questo mito del mondo delle quattro ruote, una barchetta che guidò il successo di questa tipologia di vetture tra gli anni Cinquanta e Sessanta. La Ferrari 166 MM fu prodotta dal 1948 al 1953, il che significa che fu una delle prime vetture del Cavallino della storia, dopo la nascita, come azienda, avvenuta nel 1947. Nell’esemplare acquistato da Gianni Agnelli c’erano delle particolarità molto eleganti, come una livrea verde e blu e gli interni in pelle chiara. L’auto fu realizzata sia in versione barchetta che berlinetta, e sin dal suo unveiling ufficiale, l’Avvocato se ne innamorò perdutamente.
Ad occuparsi della carrozzeria della Ferrari 166 MM ci pensò la carrozzeria milanese Touring, che la dotò di una vistosa calandra centrale sul frontale, per un’auto basata sul concetto di fabbricazione noto come Superleggera. Le lettere MM davano una forte identità sportiva alla vettura scelta da Gianni Agnelli, visto che stavano ad indicare la Mille Miglia, una delle gare più importanti dell’epoca.
Quest’auto la vinse nel 1949 con al volante Clemente Biondetti, ma i suoi successi sportivi non terminarono di certo qui. Sempre nel 1949, arrivò la vittoria alla 24 ore di Le Mans con Luigi Chinetti e Peter Mitchell-Thomson, che regalarono al Cavallino la prima affermazione nella classica francese. Furono ottime anche le stagioni sportive 1950 e 1951, che alimentarono il mito di una delle auto più affascinanti di tutta la storia.
Un uomo elegante come Gianni Agnelli non poté che restarne subito conquistato, sia per il design che per la raffinatezza tecnica di cui era dotata. La Ferrari 166 MM era spinta da un motore 2 litri con 16 cilindri a V di 60 gradi con 140 cavalli di potenza massima, realizzato da Gioacchino Colombo e poi sviluppato da Aurelio Lampredi e da Luigi Musso. Il cambio era a 5 rapporti, mentre la velocità massima superava i 200 km/h.
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