Il mondo dell’auto è già in una fase di grave crisi, ma la novità che farà il proprio debutto nei prossimi mesi può condannare molti marchi.
La crisi del mercato dell’auto non è una novità, dal momento che negli ultimi anni, le vendite sono calate a picco, trascinando nel baratro diversi costruttori. La Volkswagen è il colosso messo peggio in assoluto, e per la prima volta dopo 87 anni di storia, sta per chiudere 2-3 stabilimenti in Germania, licenziando anche 15.000 dipendenti, nella speranza di poter rientrare in termini di spese e di non peggiorare una situazione già poco stabile.
Anche il gruppo Stellantis sta vivendo un 2024 da incubo, con vendite crollate che hanno portato ad un netto calo della produzione, di cui anche in Italia stiamo risentendo e non poco. Il passaggio all’elettrico ha sicuramente avuto un impatto sulla crisi attuale, visto che i tanti investimenti dei vari marchi non sono stati accolti positivamente dalla clientela, che resta convinta sostenitrice dei motori termici. Il “green” ha causato gravi danni nel mercato dell’auto, ed ora c’è un’altra notizia che non può far ben sperare in chiave futura.
I gravi livelli di smog e di inquinamento atmosferico raggiunti nei paesi europei in questi ultimi anni hanno portato i vertici a cercare qualche soluzione, imponendo livelli più bassi di emissioni alle auto più recenti. Dal primo di gennaio del 2025, le emissioni medie dovranno calare a 94 g/km, mentre ad oggi il limite è fissato a 116 g/km. Questo ha costretto i vari brand a delle corse contro il tempo in questi mesi, per cercare di produrre vetture che rispettino i nuovi standard.
Luca de Meo, CEO del gruppo Renault e presidente di ACEA, secondo quanto è stato riportato da “Autoweek“, non ha preso per niente bene la notizia, ed ha lanciato un allarme all’Europea. Il manager italiano ha detto che questa decisione porterà i marchi a perdere 15 miliardi di euro in multe, dal momento che la gran parte di loro non riuscirà a rispettare le nuove norme.
Inoltre, a questa novità potrebbe essere legato un calo di produzione di veicoli pari a 2,5 milioni di unità, che andrebbe a ridurre anche il lavoro degli addetti alle fasi di assemblaggio. Dunque, secondo de Meo è importante rivedere quanto stabilito entro i prossimi mesi, visto che la situazione del settore automotive è sempre più tesa.
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