Una grande quantità di SUV è stata richiamata per importanti guasti tecnici, ma ora è arrivata una decisione che sorprende.
Nel mercato auto di oggi i problemi sono molteplici, tra vendite che non soddisfano le aspettative e gli investimenti dei costruttori e difetti di fabbrica che si ripetono con costanza. Proprio per questo, si parla molto spesso di richiami, che coinvolgono anche la categoria dei SUV, vale a dire i modelli più amati del momento, i cui proprietari sono spesso costretti a subire degli interventi di riparazione.
La storia che vi racconteremo oggi, tuttavia, ha davvero del clamoroso, perché il marchio che ha indetto la campagna di richiamo è andato in fallimento, e dovrà comunque effettuare le dovute riparazioni. La notizia positiva per chi aveva acquistato questi SUV è che i costi per aggiustare i modelli verranno sostenuti dalla casa costruttrice, cosa che non era stata resa nota all’inizio.
SUV, la decisione della Fisker per il modello Ocean
Nel mese di luglio, la start-up statunitense Fisker è andata in fallimento, a seguito dello scarso numero di vendite del suo SUV elettrico Ocean, che nel corso di questi anni ha dato più seccature che piaceri ai propri acquirenti. Dopo diversi tentativi di salvataggio, la Fisker ha dichiarato bancarotta in piena estate, accorgendosi anche di un grave guaio ai suoi modelli, ben 11.308 unità già immatricolate. Il problema riguarda il malfunzionamento della pompa di raffreddamento a liquido per un errore di comunicazione del software con la seguente attivazione della modalità emergenza e limitazione della potenza.
Abbiamo detto che il tema dei richiami è all’ordine del giorno, ma a questo punto, perché quanto accaduto alla Fisker ha fatto tanto rumore? Molto semplicemente, Fisker aveva comunicato di non voler pagare di tasca propria le riparazioni dei veicoli richiamati, come invece accade con tutti gli altri brand. Tutto ciò aveva ovviamente scatenato aspre polemiche sul mondo del web, ed al giorno d’oggi, una protesta comune può avere effetti molto potenti sui vari marchi.
Secondo quanto riportato dal sito web “Autoevolution.com“, Fisker ha ora comunicato che si occuperà di riparare le vetture nel caso in cui venissero riscontrati problemi. Nel caso in cui la pompa dell’acqua o le maniglie delle porte (anch’esse finite sotto accusa) dovessero essere sostituite o riparate, sarà la start-up statunitense a pagare le spese. Un’ultima mazzata prima della definitiva chiusura per la sfortunata azienda.