E’ ufficiale, il Governo ha deciso per l’addio alle stazioni di servizio in Italia. Ecco come verranno rimpiazzate.
L’automotive è in gran fermento e lo sappiamo bene. Tutti i prezzi sono in salita, che si parli di auto nuove o usate, gli importi di vendita sono schizzati alle stelle e molto spesso se ci si reca in concessionario si viene spinti ad accettare il finanziamento perché porta introiti maggiori. La volontà di base è quella di scoraggiare l’acquisto di mezzi ad alimentazione termica, per favorire quelli a basse o zero emissioni.
Per il momento però, in Italia, le intenzioni non hanno trovato compimento e infatti, dopo lo slancio dovuto agli Ecoincentivi, a luglio si è verificato un nuovo rallentamento malgrado il +0,9% rispetto allo stesso periodo del 2023. Ebbene, per dare un aiutino ulteriore al commercio dei mezzi amici dell’ambiente, il Governo ha optato per una soluzione davvero particolare e che farà discutere.
Stazioni di servizio addio, al loro posto punti di ricarica per gli EV
In occasione di un evento organizzato da Affari Italia a Ceglie Messapica, il ministro delle Infrastrutture e del Made in Italy Adolfo Urso ha reso noto che per favorire la decarbonizzazione prossimamente molte stazioni di servizio verranno sostituite da punti di ricarica per automobili elettriche, ciò significa che fare il rabbocco di benzina o diesel diventerà molto più difficile.
Da quanto si apprende l’Esecutivo sarebbe già da un anno impegnato con le aziende di settore alla creazione di un piano per incoraggiare la conversione, ma il freno non sarebbe soltanto rappresentato dallo scetticismo degli utenti, ma pure dal costo dell’energia. In quest’ottica una collaborazione internazionale dovrebbe dare vita ad un programma di produzione di energia nucleare di terza generazione avanzata.
Se dunque la data X del passaggio definitivo all’elettrico resta l’apparentemente lontano 2035, tutti gli operatori attivi nel campo si stanno dando da fare per abbreviare i tempi e possibilmente far uscire di scena in anticipo le autovetture tradizionali. Per l’occasione qualche parola è stata dedicata pure ad un’altra questione spinosa per il Bel Paese, ovvero il futuro di Stellantis.
Il colosso italo-franco-americano ha dichiarato di essere pronto a costruire un milione di veicoli nelle nostre fabbrica, ma per l’esponente di Fratelli d’Italia è ancora troppo poco. L’obiettivo minimo deve essere 1,4 milioni e devono essere coinvolti più produttori, cinesi in special modo.