Charles Leclerc ha messo a referto una vittoria da sogno a Monza, ed oggi torneremo indietro nel tempo. Ecco che lavoro faceva il padre.
Il miracolo si è compiuto, per la gioia delle centinaia di migliaia di tifosi accorse a Monza. Charles Leclerc su Ferrari ha vinto il Gran Premio d’Italia, con un’impresa d’altri tempi che gli ha permesso di battere le McLaren di Oscar Piastri e Lando Norris. I siluri del team di Woking si sono dovuti arrendere ad una SF-24 comunque rivitalizzata dagli aggiornamenti tecnici, che l’hanno resa in grado di portare a termine uno stint di quasi 40 giri sulle gomme più dure.
Leclerc ha sussurrato alle sue Pirelli per tutta la seconda parte di gara, riuscendo a contenere la rimonta di Piastri, e permettendo al Cavallino di mettersi a -39 punti dalla Red Bull nel mondiale costruttori. Combattere per il titolo appare alquanto difficile, considerando la superiorità della McLaren, ma mai dire mai in questa F1 così sorprendente.
Nel 2017, la vita privata di Charles Leclerc venne trafitta da un vero e proprio dramma, una di quelle cose che ti segnano a vita. Non aveva ancora compiuto 20 anni, infatti, e fu costretto a piangere la morte del padre Hervé, che da tempo era molto malato, ed al quale disse una piccola bugia, che solo in seguito avrebbe corrisposto alla realtà dei fatti.
Hervé, in punto di morte, venne informato da Charles che quest’ultimo, all’epoca dominatore della Formula 2 con la Prema, aveva firmato un contratto con la Ferrari, con la quale avrebbe esordito in F1 nel 2018. In realtà, il monegasco debuttò nel Circus con l’Alfa Romeo Racing, per poi approdare a Maranello l’anno successivo. Si trattò di una bugia che permise comunque a suo padre di morire in pace, ascoltando la notizia che più lo rese orgoglioso in assoluto in vita sua.
Ma che lavoro faceva Hervé Leclerc? In base a quanto possiamo apprendere dal mondo del web, ebbe una carriera di pilota a propria volta, correndo in Formula 3 negli anni Ottanta. In seguito, divenne un famoso industriale monegasco, cosa che permise a suo figlio di avere sempre a disposizione un importante budget per inseguire il sogno di correre nel motorsport. E c’è da dire che Hervé, da lassù, può essere davvero orgoglioso degli sforzi compiuti.
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