In arrivo il quarto colore ai semafori. Cerchiamo di comprendere a cosa può servire l’evoluzione di questa segnaletica così importante.
Era il lontanissimo 1868 quando per la prima volta, nella città di Londra, venne installato un segnale luminoso che si accendeva grazie a una lanterna a gas rotativa. Oggi l’evoluzione avuta dai semafori è arrivata a dei livelli sempre più determinanti per la viabilità cittadina e, ora, sta per svolgere l’ennesimo passo verso un futuro sempre più agevole per gli automobilisti. Infatti, si sta pensando di installare un ennesimo colore, il quale potrà essere determinante per rendere la viabilità sempre più scorrevole.
Le stesse automobili stanno cambiando e con esse è necessario un nuovo utilizzo della segnaletica nelle nostre strade. All’interno dei veicoli più moderni vi sono installate delle tecnologie che si basano sempre di più sull’intelligenza artificiale e ciò potrebbe portare a un cambiamento rivoluzionario anche sui percorsi che esse sono portate a fare.
L’idea è quella di apportare una modifica ai semafori aggiungendo un colore bianco a quelli già esistenti. Sono già stati lanciati i primi test per far sì che tale colore venga utilizzato al più presto all’interno della rete viaria urbana. Servirà a esser preso in considerazione da parte degli automobilisti, i quali saranno indotti da questa nuova segnaletica a seguire le indicazioni rilasciate da parte delle auto senza conducente, o a guida autonoma, che si troveranno dinanzi a loro.
A cosa serve il quarto colore sul semaforo
Il segnale che l’auto a guida autonoma lancerà ai conducenti dei veicoli che si trovano dietro di esse sarà determinante per rendere il traffico più fluido ed evitare futuri ingorghi. L’intelligenza artificiale è, ormai, utilizzata nell’uso quotidiano e sfruttarne le sue massime capacità, anche sulle strade, può ridurre di molto i tempi negli spostamenti.
Più precisamente, quando si accenderà la luce bianca nel semaforo, ciò vorrà dire che le auto autonome stanno coordinando il loro movimento per poter rendere il flusso del traffico più efficiente. All’automobilista che si troverà alla guida verrà chiesto, quindi, di seguirle così da poter ridurre i tempi negli spostamenti.
Ali Hajbabaie, autore corrispondente della ricerca, ha affermato: “Questo sistema è definito con il nome di paradigma di controllo mobile” (Ilmeteo.net). Secondo lui, “in questo modo si potrà coordinare il traffico in ogni scenario che vedrà coinvolti i veicoli autonomi”. Una vera e propria rivoluzione che avverrà tramite la comunicazione fra i vari veicoli autonomi che si trovano a spostarsi entro un certo raggio d’azione poco distante tra di loro. “Più auto a guida autonoma ci saranno in circolazione e più veloce sarà il traffico, con miglioramenti che sono stimati dal 40% al 99% nella riduzione dei ritardi”, ha infine concluso.