Volkswagen frena i suoi ambiziosi piani. Una mossa, quella di Volkswagen, che fa riflettere l’intero settore produttivo
L’industria automobilistica si muove a sobbalzi, tra accelerazioni e frenate improvvise. L’elettrificazione è al centro delle strategie dei grandi marchi ma mosse improvvise continuano a sconvolgere scenari e previsioni produttive.
Prendiamo il caso di Volkswagen che si trova ora a dover ricalibrare i suoi ambiziosi progetti produttivi di veicoli elettrici. Mentre in Italia si discute a si avanzano dubbi sulla gigafactory Stellantis a Termoli, oltrealpe si assiste a una significativa frenata nei piani di espansione del gruppo di Wolfsburg.
La notizia arriva direttamente da Thomas Schmall, responsabile dell’ufficio Tecnologia di Volkswagen, che ha parlato al Frankfurter Allgemeine Zeitung. Il gruppo tedesco ha deciso di ridurre il numero di nuovi siti produttivi delle celle delle batterie da sei a tre. Questi saranno localizzati a Salzgitter in Germania, Valencia in Spagna e nell’Ontario in Canada. Una decisione che riflette un approccio più cauto e realistico alle prospettive del mercato delle auto elettriche.
Inizialmente, Volkswagen aveva pianificato di raggiungere una capacità produttiva annuale di 240 gigawatt/ora entro il 2030. Con il nuovo piano, questo obiettivo viene ridimensionato a 170 gigawatt/ora. Schmall ha spiegato che, se necessario, gli impianti di Valencia e Ontario potranno essere ampliati in futuro per arrivare a una produzione complessiva di 200 gigawatt/ora. Tuttavia, ha sottolineato che questa espansione dipenderà dalla domanda del mercato nei prossimi sei anni.
La decisione di Volkswagen è il termometro che misura la temperatura del settore automobilistico in ambito elettrico. Il rallentamento della domanda di auto elettriche e la crescente concorrenza dei produttori cinesi hanno costretto il gruppo a ripensare le proprie strategie. Questo cambio di rotta non è solo una questione di numeri ma riflette una più ampia incertezza sul futuro dell’elettrico.
Un aspetto cruciale che emerge da questa vicenda è l’importanza della tecnologia delle batterie. Volkswagen non ha rivelato dettagli sulla tipologia di celle che verranno prodotte nei nuovi impianti. Attualmente, le auto elettriche del gruppo utilizzano batterie al NMC (Nichel-Manganese-Cobalto), più costose ma con prestazioni superiori. Tuttavia, i recenti sviluppi nelle batterie LFP (Litio-Ferro-Fosfato), meno costose e ora in grado di raggiungere densità energetiche paragonabili alle NMC, potrebbero cambiare le carte in tavola.
La decisione di Volkswagen è un segnale di stop importante. Il percorso verso l’elettrificazione sarà più lungo e tortuoso di quanto inizialmente previsto. Questa è l’unica cosa certa.
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