Dopo due incidenti di fila, l’azienda cinese finisce nel mirino di esperti, giudici e semplici acquirenti per le gravi critiche alla sicurezza dei suoi veicoli. Ma cosa c’è di vero?
Quando una casa produttrice subisce tanti incidenti di fila, solitamente viene aperta un’inchiesta per accertare che questa sia stata solo una brutta coincidenza. Anche se purtroppo, molto spesso c’è un difetto o una mancanza del produttore stesso se più veicoli di uno stesso tipo si schiantano, un esempio lampante sono gli aeroplani di linea che spesso sono finiti in situazioni simili.
Dopo il secondo incidente in pochi giorni – con il primo che è costato la vita ad un numero di ben ventuno passeggeri – che ha riguardato autobus della compagnia cinese incaricata di fornire i mezzi per il trasporto pubblico a Mestre, si è sempre più convinti che la casa produttrice debba rispondere a qualche domanda. Anche se non sembra ci siano ancora dipendenti o dirigenti del marchio al centro di un’indagine, i bus della compagnia sono stati sospesi dal servizio.
Il marchio cinese Yutong che ha costruito entrambi i pullman finiti in un incidente con il primo che ha causato una strage ed il secondo che poteva replicare la tragedia accaduta pochi giorni prima è davvero responsabile di questi incidenti? Alcuni testimoni hanno affermato che il mezzo coinvolto nel primo incidente sembrava non rispondere ai comandi, dopo tutto. Tutti elementi su cui riflettere.
Un marchio sconosciuto
La casa produttrice cinese è attiva ormai dal 1963 ma non è un marchio particolarmente famoso in Italia nonostante produca migliaia di veicoli l’anno, soprattutto mezzi pesanti come i bus coinvolti negli incidenti e operi con un suo enorme quartier generale nella megalopoli cinese di Zhengzhou che conta oltre dieci milioni di abitanti.
Questa ditta arrivata alla “ribalta” dopo i tragici eventi di queste settimane in realtà, zitta zitta ha praticamente colonizzato i trasporti di interi paesi con mezzi che sono in servizio in Scozia, Grecia ma anche nelle Filippine, in Francia, Australia e naturalmente in Cina tanto per citare alcuni dei paesi con le flotte più grandi. In Italia, sono almeno settanta i mezzi prodotti dal marchio che trasportano regolarmente passeggeri.
Questa cosa può tranquillizzarci da un lato perchè con così tanti mezzi in circolazione, due incidenti isolati potrebbero essere una coincidenza. Dall’altro, semmai in futuro la magistratura scoprisse che l’azienda c’entra qualcosa con gli incidenti, la rivelazione sarebbe terrificante. Al momento comunque, salvo lo stop per accertamenti necessario dopo due tragedie simili, il marchio non sembra oggetto di interesse da parte della magistratura che si sta concentrando piuttosto sulle condizioni di salute dei conducenti e lo stato di conservazione delle strade del comune.