Adesso siamo abituati ad una FIAT 500 molto all’avanguardia, ma chi si ricorda questa versione? Era molto diversa.
Tra le auto che hanno sicuramente fatto la storia dei motori non può mancare la FIAT 500. Oggi è sinonimo di compattezza, stile ed eleganza, presente sul mercato ad un prezzo piuttosto accessibile come vuole la politica della casa torinese. Dal primo, leggendario modello sono state prodotte moltissime diverse varianti di questa straordinaria auto, che hanno permesso al brand 500 di farsi amare da tutti e arrivare sino ai giorni nostri: questa generazione però è stata piuttosto dimenticata.
Prodotta dal 1991 al 1998, la Cinquecento, chiamata così, per esteso e non in numero, era una superutilitaria che i vertici dell’azienda torinese avevano commissionato al progettista Ermanno Cressoni.
Nata per sostituire la fortunata 126, aveva una particolarità: l’essere prodotta in Polonia. Ora come ora un dettaglio del genere non ci scompiglia, ma all’epoca era una novità assoluta. Mai prima di allora un modello della Casa fondata da Giovanni Agnelli aveva fatto una simile scelta.
Estremamente all’avanguardia, era squadrata nell’estetica e dotata di tre porte, trazione anteriore, sospensioni indipendenti, freni a disco, aria condizionata, chiusura centralizzata, antifurto elettrico, alzacristalli elettrico, sedile posteriore sdoppiato e tettuccio apribile. Un modello dalle molteplici novità, che fu il primo a sfoggiare il famoso e iconico logo su sfondo blu.
FIAT Cinquecento, la versione che in pochi si ricordano
La prima versione, la ED è stata rilasciata nel 1991. Accolta globalmente bene, in realtà era tutto fuorché una vettura prestazionale, possedeva un motore piccolo e non aveva neppure la quinta marcia. A conquistare il pubblico, furono invece i bassi consumi e anche i costi di gestione contenuti, Spinta da un bicilindrico da 31 cv, riusciva a toccare i 128 km/h.
Durò appena pochi mesi la variante 903 cm3 a carburatore, presto sostituita da quella ad iniezione elettronica e catalizzatore. E’ una vera chicca, in quanto essendo stata prodotta per poco tempo rappresenta un pezzo pregiato e ambito per i collezionisti. Più fornita di optional rispetto alla sorella maggiore, vantava 41 cv sotto il cofano per uno spunto massimo raggiungibile di 140 km/h. A fronte delle maggiori prestazioni, il benefit dei consumi scendeva.
Il primo vero aggiornamento data 1993. Qui farà il suo debutto il catalizzatore in accordo con le normative Euro 1. Tra le particolarità il carburatore giapponese Aisan e i vetri posteriori a compasso.
Dal 1993 al 1997 verrà realizzata una seconda versione 899 cm3. Sulla S farà l’esordio il cambio a cinque marce sincronizzato, perfetto per la percorrenza in autostrada, nonché gomme dalle dimensioni più generose. Un ulteriore salto di qualità verrà effettuato con gli allestimenti SX e Suite, entrambi orientati a fornire all’automobilisti un maggior numero di optional.
Infine ci sarà una terza generazione con motore da 704 cm3 che vedrà una revisione totale del modello, tessuti degli interni e cerchi compresi.
Uscendo dall’ambito puramente stradale, non si può non citare la Cinquecento Sporting. Prodotta nel 1994 voleva proporre un’alternativa agli altri esemplari, adottando un taglio più giovanile e sportivo. Non a caso i cavalli erano 54 e la top speed di 158 km/h, Dotata di barra antirollio per avere più stabilità sarà il fulcro di un campionato monomarca rally, capace di sfornare degli ottimi piloti.